7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 11/11

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

 Kaspersky pubblica la classifica del software meno sicuro

Kaspersky Labs ha stilato una classifica delle applicazioni meno sicure comunemente presenti sui PC per il terzo trimestre 2012. Da notare che nell’elenco non troviamo software realizzati da Microsoft, quasi sempre presente in queste classifiche in passato (l’assenza di Microsoft è riconducibile a un nuovo approccio verso la distribuzione delle patch e le modalità di aggiornamento dei singoli software). Stando a questa ricerca, il software meno sicuro è Java di Oracle: basti pensare che le vulnerabilità presenti in questo software rappresentano il 56,7% del totale. A seguire troviamo in classifica i prodotti Adobe Reader, Flash Player e Acrobat.

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Il governo cinese blocca Google

La Cina blocca Google, con un provvedimento temporaneo che, si spera, non dovrebbe diventare permanente. Chi si trova in Cina, ad oggi non può usare il motore di ricerca di Google, ma nemmeno tutti i servizi dell’azienda, quali Gmail, Google Docs, Analytics, Google Drive. Insomma, nulla. Ogni sito viene reindirizzato verso un IP dislocato in Korea e relativo ad alcun sito Web. Molto probabilmente, il governo cinese ha sfruttato il suo grande firewall di origine governativa ed il tutto sembra poter essere addebitato ad una causa specifica: il Congresso del Partito Comunista cinese. In questi giorni, la Cina sta vivendo un passaggio fondamentale della sua storia politica, e il rischio di attirare dissidenti è alto.

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TomTom presenta diverse offerte per Natale

In vista del prossimo Natale, TomTom ha attivato una serie di interessanti promozioni.

  •  TomTom Start60 M Europa: schermo da 6 pollici con doppio sistema di montaggio del dispositivo, sul parabrezza o cruscotto, indicatore di corsia avanzato che mostra quale corsia prendere ai raccordi per non mancare l’uscita giusta. Prezzo: 199,99 euro.
  • TomTom Via 130 M Europa e VIA 135 M Europa: caratterizzati dalla funzione Speak & Go, questa serie consente di controllare il dispositivo con la voce, mentre il Bluetooth permette di effettuare telefonate in vivavoce. La funzione IQ routes tiene conto dei tempi di viaggio reali condivisi altri  automobilisti per ogni strada, garantendo percorso e orario d’arrivo a destinazione con precision,  tenendo in considerazione l’ora di punta, i semafori e le ore scelte solitamente per fare shopping. Prezzo: 179,90 euro per il TomTom Via 130 M Europa e 199,90 euro per il TomTom Via 135 M Europa.
  • TomTom Go Live 825 M Europa: design essenziale, Servizi Live gratuiti per un anno, completi di tecnologia TomTom HD Traffic con informazioni sul traffico ogni due minuti e il pacchetto Search&Go per cercare, trovare e confrontare luoghi e prezzi degli alberghi e leggere le relative recensioni, Meteo aggiornamenti Twitter e Autovelox. Prezzo: 249,90 euro.
  • TomTom Go Live 1005 HDT & M Europa: il Top di gamma con schermo da 5”, servizi Live che includono TomTom HD Traffic e il pacchetto Search&Go. Con Expedia e TripAdvisor si possono trovare e confrontare luoghi e prezzi di alberghi e ristoranti completi di recensioni; con Twitter si avvisano i propri follower sull’orario di arrivo a destinazione, iMeteo, TomTom Places (per cercare negozi e aziende nelle vicinanze) e servizio Autovelox. 349,90 euro.
  •  Solo per un periodo limitato, dal 20 ottobre fino al 31 marzo 2013, presso le principali catene di elettronica di consumo, con l’acquisto di un dispositivo Start 20 Europa o Start 25 Europa al prezzo di 139.90 € per il primo modello e 159,90 € per il secondo, sarà offerto il Servizio di aggiornamento mappe gratuito valido per tre anni del valore di 49,95 €.

TomTom offre infine un premio in pedaggi autostradali e canone Telepass Premium fino a 100€ a chi acquista un navigatore TomTom in versione Telepass.

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“Four more years”, il tweet più condivisonella storia di Twitter

Subito dopo l’ufficialità della vittoria, il rieletto presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pubblicato un tweet di pochi caratteri, con allegata una foto che è piaciuta a milioni di persone in tutto il mondo. Tanto che, questo tweet, è diventato il più condiviso nella storia di Twitter.

Commercio elettronico: ecco l’andamento in Italia

Nonostante la riduzione generale dei consumi del 2% rispetto allo scorso anno, il valore dell’acquistato online da parte di Web shopper italiani cresce del 18%, avvicinandosi agli 11 miliardi di euro. Aumentano del 33% gli acquirenti online, 3 milioni in più rispetto al 2011 per un totale di 12 milioni, quasi il 40% dell’utenza totale internet. Tra i Prodotti (37% del totale vendite eCommerce) cresce del 19% il numero degli ordini e del 7% il valore dello scontrino medio, mentre tra i Servizi (63% vendite) i tassi di crescita sono, rispettivamente, dell’11% e del 3%. Il saldo della bilancia commerciale (Export-Import) resta negativa nel 2012 (-1,37 miliardi di euro) con tassi di crescita superiori per il primo (+29% contro +19%) ma con incrementi in valore assoluto favorevoli al secondo (+380 milioni contro +480 milioni). E mentre si fa sempre più rilevante il ruolo della multicanalità, il mobile commerce cresce a tripla cifra portando il valore delle vendite via mobile site o App a oltre 170 milioni di euro, pari al 2% delle vendite eCommerce. Il social commerce, invece, con il 90% dei primi 200 merchant eCommerce presente sui Social Network, si dimostra sempre più efficace nell’attività di engagement.

Se il 2011 era stato l’anno del boom dei siti di Couponing, dei club online e dell’ingresso di Amazon, il 2012 è invece l’anno del consolidamento di questi fenomeni – ha commentato Alessandro Perego, Responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano – La ricerca di quest’anno evidenzia inoltre il ruolo sempre più rilevante della multicanalità, soprattutto intesa come l’utilizzo congiunto e integrato di canale fisico e canale online. Molti i benefici: maggiore efficacia nel trasferimento delle informazioni grazie all’Infocommerce, incremento nell’efficienza dei processi di punto vendita mediante il “Prenota online e ritira in negozio” e miglioramento del servizio al cliente con l’acquisto online e l’assistenza in-store”.

Crescono tutti i principali comparti: tra i PRODOTTI bene l’Abbigliamento che anche quest’anno fa registrare l’incremento più elevato (33%) grazie alla buona crescita di yoox.com, dei club online e all’ingresso di nuovi player (Benetton, Intimissimi, Stefanel). Ottimi, soprattutto se paragonati a quelli dei canali tradizionali, i risultati dell’Informatica ed elettronica di consumo che, trainata da Amazon e da eBay.it e dai grandi retailer cresce del 27% circa rispetto al 2011. Più statica invece la situazione per l’Editoria, musica e audiovisivi (+11%), nonostante le buone performance di alcuni player (come Amazon e IBS.it). Troppo pochi infine gli operatori del Grocery, nonostante l’incremento percentuale interessante (+17%).
Le vendite di SERVIZI continuano a crescere ma sotto la media del mercato: +14% per Turismo e Assicurazioni grazie agli operatori del trasporto aereo e ferroviario nel primo caso (Alitalia, NTV, Trenitalia, Volagratis), dei portali di hotel (Booking.com e Venere.com) e dei club online (Voyage Privé), e alle prestazioni positive di tutti i principali operatori del mercato, compagnie dirette in primis (ad esempio Direct Line, Genertel, Genialloyd, Linear, Quixa, Zurich Connect), nel secondo. Tra gli altri servizi si distinguono le ricariche telefoniche (+10%). Il ticketing eventi resta sostanzialmente stabile.

In termini di valore prodotto i servizi pesano ancora per i due terzi dell’eCommerce B2c in Italia, sebbene siano passati dal 66% del 2011 al 63% facendo guadagnare quota ai prodotti (37%). Il Turismo, nonostante una leggera riduzione, continua a valere il 46% dell’eCommerce italiano. A seguire, troviamo Abbigliamento (11%), Informatica&elettronica di consumo e Assicurazioni (10%), Editoria, musica ed audiovisivi (3%) e Grocery (1%). Il restante 19% è costituito da tutti gli altri comparti, tra cui spiccano il Couponing di prodotti e servizi (4% circa delle vendite), le Ricariche telefoniche (3%), seguite dal c2c di eBay e, infine, dal Ticketing per eventi (pari all’1,5% dell’eCommerce B2c).

Quasi 3 milioni di nuovi acquirenti online si sono affacciati su questo canale lasciando sorpresi gran parte degli operatori del settore – ha dichiarato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – Questo balzo è da attribuire a tre ragioni principali: la crisi, che ha fatto rompere gli indugi agli internauti ancora incerti e insicuri; la forte diffusione degli smartphone, con 30 milioni di possessori, che ha reso più facile l’accesso a internet educando e creando il cosiddetto fenomeno “me too” che porta a modelli di consumo di massa; infine l’evoluzione dell’offerta delle vendite di abbigliamento sul modello delle Cash sales e l’offerta di coupon di servizi locali fortemente scontati che hanno dato una scossa al mercato. Dal lato dell’offerta oltre agli attori “discount” sono comparsi in forze i produttori del “Made in Italy” dalla moda e accessori al piccolo artigianato, cuore pulsante di una Italia dimenticata”.

Il 2012 ha fatto registrare infatti una nuova accelerazione dell’eCommerce italiano portando così le vendite da siti con operatività in Italia a 9,5 miliardi di Euro, in crescita del +19% rispetto al 2011 (1,5 miliardi di euro in più). Crescono le vendite sia di prodotti che di servizi, le prime (+29%, +800 milioni di euro) a un ritmo superiore – ma di entità minore in valore assoluto – rispetto alle seconde (14%, +750 milioni di euro), nonostante i servizi pesino ancora per i due terzi del settore (63% contro 37%). La crescita tuttavia non è generalizzata ma riguarda “solamente” 3 merchant su 4, in genere quelli più “aggressivi” in termini di prezzo o di comunicazione, come i siti di couponing, i club online e alcune Dot Com. Il ruolo complementare e non esclusivo del canale online nel  aso della grande distribuzione e la limitata capacità di investimento per le Dot Com minori sono fattori che ne limitano in parte l’aggressività commerciale in un contesto in cui la battaglia per l’acquisizione del cliente è invece particolarmente agguerrita.

Il saldo della bilancia commerciale (Export – Import) dell’eCommerce italiano resta ampiamente negativo e peggiora nel 2012, passando da 1.270 a 1.370 milioni di euro. Il MERCATO dell’eCommerce – inteso come il valore acquistato dagli italiani – sfiora gli 11 miliardi di euro, facendo registrare un +18% nel 2012. Nonostante l’Export cresce a ritmo più sostenuto (+29%) rispetto all’Import (+19%), la situazione si capovolge se si considerano gli incrementi in valore assoluto. L’Export passa, infatti, da 1,3 a 1,68 miliardi di euro, per un aumento in valore assoluto di 380 milioni di euro, mentre l’Import da 2,57 miliardi cresce a 3,05 miliardi di euro per un incremento di 480 milioni. Il saldo negativo quindi aumenta di 100 milioni di euro circa, arrivando a 1,37 miliardi.

L’Export dell’eCommerce B2c è generato prevalentemente da Turismo e Abbigliamento (rispettivamente 58% e 30%). Il tasso di concentrazione è molto elevato: le prime 5 imprese esportatrici pesano per i due terzi delle vendite all’estero. Bene gli operatori del trasporto (ad esempio Alitalia e Trenitalia), i portali di hotel (Venere.com su tutti) e alcuni top player nell’Abbigliamento (YOOX Group, le grandi case moda e qualche operatore commerciale come LuisaViaRoma e Giglio). Gli acquisti dei clienti italiani su siti stranieri restano in larghissima parte costituiti dalla Biglietteria aerea (Easyjet, Ryanair, ecc.), prodotti di Informatica ed elettronica di consumo (eBay.com e Pixmania.com), e, infine, capi di abbigliamento e calzature (Asos, Zalando e Spartoo). Trascurabili, prese singolarmente, le altre categorie merceologiche importate online nel nostro Paese. Il paniere dell’acquistato online dai clienti italiani resta fortemente sbilanciato sui servizi, che nel 2012 pesano per il 68%. La situazione italiana resta quindi disallineata rispetto a quella dei principali mercati occidentali dove i prodotti rappresentano il 60% dell’acquistato online.

Il tasso di penetrazione sul totale vendite Retail passa dal 2,2% del 2011 al 2,6% nel 2012 grazie alle ottime prestazioni degli operatori del canale online e alla contestuale congiuntura negativa dei canali offline, restando più elevato per i servizi (7%) che per i prodotti (1,2%) ma pur sempre indietro rispetto a UK (14%), Germania (9%) o Francia (6%).

Circa 12 milioni nel 2012, i Web shopper italiani acquistano per il 38% a valore da siti di eCommerce italiani, per il 19% da siti di filiali italiane di multinazionali, per il 15% da multinazionali senza base societaria in Italia e per il 28% da siti di imprese straniere “globali”. I siti di filiali italiane di multinazionali fanno registrare il tasso di crescita più significativo (+46%). Elevata capacità di investimento ed esperienza maturata in altri Paesi appaiono come i fattori determinanti. Alla luce dei dati l’eCommerce sembra quindi un fenomeno “glocale”, cioè in parte “locale”, per l’importanza che riveste il presidio diretto del mercato, e in parte “globale”, per la rilevanza delle economie di scala e di scopo (conseguibili solamente operando su scala internazionale) e per la capacità di sfruttare l’esperienza acquisita sugli altri mercati.

Il Mobile Commerce – inteso come il valore delle vendite al consumatore finale da parte di merchant con operatività in Italia, mediante mobile site o Application per smartphone – passa da 74 milioni di euro nel 2011 a 180 milioni nel 2012. II 53% delle vendite via mobile è riconducibile ai prodotti e il 47% ai servizi. Campagne di vendita sui club online, coupon, aste su eBay, prenotazione di biglietti per i trasporti nel loro complesso valgono l’86% del valore delle transazioni. Nonostante la diffusione di Android, il mobile commerce sembra anche nel 2012 un business supportato da iOS di Apple per oltre i tre quarti del valore totale delle vendite. Il 90% circa dei merchant censiti dalla Ricerca ha inoltre sviluppato una presenza sui Social Network. L’80% è attivo su almeno due Social diversi, il 60% addirittura su 3. Facebook è lo strumento più adottato (84% dei merchant), seguito da Twitter (70%), Youtube (58%), Google+ (34%) e Pinterest (27%). Tuttavia non sembrano ancora riporre fiducia nei Social Network dal punto di vista puramente commerciale/transazionale: potenzialità in termini di numero di utenti, engagement, possibilità di supporto pre/post vendita non si sono ancora concretizzate nella capacità di supportare con successo l’acquisto.

Come creare un social network aziendale di successo in 7 passi 

BroadVision stila i 7 punti per creare un social network aziendale di successo:

1. Ottenere il Mandato. L’adozione del social business sviluppato in modo virale dal basso – gruppi di dipendenti che scelgono di utilizzare una soluzione che poi potrà essere estesa all’intera azienda – si è ampiamente screditata. È vero che quest’approccio ha funzionato per alcune aziende, ma la gran parte di loro ha fallito, poiché spesso, con questo approccio, non vengono definiti gli obiettivi di business e l’utilizzo della piattaforma appassisce velocemente. Affinché il progetto abbia successo, è necessario che i dirigenti impongano ai propri dipendenti i principi di social networking alle problematiche di business reali. Senza questo mandato, i dipendenti considereranno la loro partecipazione opzionale e scollegata dal loro “vero lavoro”, portando il progetto al fallimento. Una chiara disposizione proveniente dalla direzione elimina qualsiasi ambiguità circa gli obiettivi professionali del Social Business. La parola “mandato” acquista in questo contesto un doppio senso. Indica sia un incentivo, dando il permesso al team di dedicarsi attivamente al progetto di social business, sia un ordine dai dirigenti affinché il social network diventi un reale strumento di lavoro. Entrambi gli aspetti sono rilevanti poiché è necessario che le aziende incoraggino il progetto dall’inizio alla fine.

2. Definire la Strategia. Una volta definito il mandato del progetto, è tempo di riflettere su come raggiungere gli obiettivi stabiliti. Per la buona riuscita del Social Business è essenziale formare un piccolo comitato di coordinamento per pianificare la strategia da implementare per tutta la durata del progetto. Questo comitato deve essere abbastanza ampio da rappresentare tutte le parti interessate, ma non troppo esteso da rendere ogni presa di decisione troppo macchinosa e difficile. Questa tappa dovrebbe anche definire le regole basilari per un utilizzo ottimale del social network, identificare le comunità da creare all’interno di esso ed i community managers che le amministrano.

3. Creare le Comunità. Il social network dovrebbe essere creato solo una volta definita la strategia. Troppi progetti cominciano con la creazione del network senza un chiaro planning, portando ad un’adozione piuttosto caotica dello strumento. Durante questa fase i community managers dovrebbero creare le comunità che verranno usate e identificare un gruppo di lavoro spesso chiamato “content taskforce”, con il quale lavoreranno per la creazione dei contenuti iniziali e l’aggiunta di partecipanti a queste comunità.

4. Generare i Contenuti. Invitare delle persone a partecipare ad un social network ancora privo di contenuti nella speranza che lo utilizzeranno nel modo previsto, non è affatto realistico. Senza linee guida ben definite è inevitabile che le cattive abitudini si sviluppino fin dall’inizio. I community managers e la “content taskforce” dovrebbero creare fin da subito dei contenuti che saranno utili a invogliare gli invitati a partecipare attivamente al social network, fornendo allo stesso tempo un valido esempio sul suo utilizzo.

5. Incoraggiare la Partecipazione. Creati i contenuti di base, è finalmente giunto il momento d’invitare gli utenti sul network. Anche se è allettante lasciare accedere gli utenti al network all’inizio del progetto, conviene invece aspettare che il network sia veramente pronto. Questo permette di dare ai nuovi membri una miglior visibilità sugli obiettivi del Social Network e di giustificare in modo chiaro il tempo speso per familiarizzare con il nuovo ambiente. Un network con una struttura ben stabilita sarà più difficile da rigettare per gli utenti ancora insicuri sulla sua adozione.

6. Guidare l’Adozione. Per quanto possa essere ben predisposto il social network prima della partecipazione degli utenti, risulta impensabile che possa essere attivamente adottato da tutti senza un minimo incoraggiamento. Questo può presentarsi in diverse forme: la carota, il bastone o entrambi insieme. In alcune aziende, ripetute istruzioni da parte dei dirigenti saranno sufficienti per coinvolgere gli utenti. Tuttavia, imporre alle persone cosa fare, è raramente più efficace del convincerle di volerlo fare. Perciò, anche se iniziative come concorsi o ricompense nel social network possono sembrare forzature, in realtà aiutano i membri a capire i vantaggi del partecipare attivamente al progetto.

7. Misurare il Successo. Monitorare l’utilizzo del social network è un passo che dovrebbe essere eseguito fin dall’inizio e protratto per tutta la durata del progetto. Definire un obiettivo assoluto per i social network risulta molto difficile, essendo esigenze e scopi diversi a seconda del tipo di azienda che intende utilizzare questo strumento. È invece molto importante migliorare continuamente i livelli di partecipazione e di coinvolgimento degli utenti durante tutto il progetto. Esistono diversi criteri di misura e la sfida più grande consiste proprio nel capire quali siano i più adatti alle esigenze dell’azienda. Questo punto dovrebbe essere studiato dal comitato di coordinamento durante la fase di pianificazione strategica.

Ovviamente, seguire queste tappe non garantisce il successo se la strategia definita è sbagliata. Perciò, è consigliabile organizzare il progetto in brevi cicli (normalmente 2-3 mesi), in modo da poter mettere in campo azioni correttive prima che i principi del enterprise social networking siano totalmente screditati dal suo fallimento. È importante non farsi scoraggiare se il successo non è immediato; il social networking applicato al business è un concetto nuovo per la maggior parte delle aziende ed è inevitabile che molte di loro non riusciranno al primo colpo. I benefici del social networking nel business sono sempre più documentati, tuttavia, riuscire a raggiungerli potrebbe richiedere più che una semplice perseveranza.

Con Chrome la JAM session corre sul web

Se avete sempre sognato di suonare in una band, questa è la vostra occasione per essere una rock star! JAM di Chrome è un’applicazione web interattiva che vi permette di suonare insieme ai vostri amici, ovunque vi troviate e in tempo reale sul vostro browser Google Chrome.  Non importa il vostro livello di bravura, che siate dilettanti o professionisti, potrete cimentarvi in una vera e propria JAM session.

A vostra disposizione sul sitoben 19 strumenti: chitarra classica, basso acustico, batteria o drum machine che potrete cambiare in qualsiasi momento.

Selezionando la modalità facile “easy” potrete divertirvi in modo semplice, basta fare clic sulle singole corde, sui piatti della batteria e sui tasti del piano o utilizzare le quattro funzioni di riproduzione automatica lasciando che siano gli strumenti a compiere la maggior parte del lavoro. In alternativa, attivando la modalità avanzata “pro”, avrete modo di suonare gli strumenti direttamente con la tastiera del vostro computer.

Possono prendere parte alla sessione musicale fino a quattro amici, per avviare la JAM session è sufficiente fare clic sui bottoni di condivisione presenti sul sito

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