Jony Ive: “L’iPhone X fa sembrare passati gli altri iPhone”

Intervenuto agli American Ingenuity Awards 2017 di Smithsonian, il CDO di Apple Jony Ive ha discusso della sua carriera, dei suoi lavori in Apple e dell’iPhone X. Ecco le parti più interessanti di questa intervista.

Ive è salito sul palco dell’Hirshhorn Museum di Washington con Rick Tetzeli di Fast Company, che per un’ora ha moderato l’intervento del CDO di Apple e le domande dei presenti.

Ive ha raccontato che durante la sua formazione da giovane ha scoperto fin da subito la passione per il design. Essendo figlio di un argentiere, nonché insegnante all’università della sua città, Ive è stato sempre circondato dal principi fondamentali dell’arte e del design. Ogni Natale, il padre accompagnava Ive nel laboratorio dell’università, dove il ragazzo era in grado di creare di tutto, dai mobili ai go-kart, passando dalle case sugli alberi. Proprio in quegli anni è nato il suo amore per il design, che di fatto lo ha poi portato a lavorare in Apple. E proprio alla Apple, Ive conferma che si sente ancora libero di creare nuove idee e di portarle a termine:

Malgrado sia una delle aziende più importanti al mondo, ancora oggi trovo emozionante poter creare nuove idee in Apple e portarle a termine. E spesso, le nuove idee nascono da un giorno all’altro. Martedì non c’è nulla su sui lavorare, e poi mercoledì arriva un’idea emozionante che ci fa mettere subito a lavoro.

Grazie al suo team composto da 20 designer industriali, Ive può trasformare quelle idee da parole a disegni, per poi arrivare ai prototipi fisici realizzati negli laboratori Apple. Inizialmente, questo processo è molto esclusivo e solo un piccolo numero di persone è a conoscenza delle nuove idee del team di design. Solo quando il primo mockup fisico iene portato a termine, il progetto viene condiviso con un numero maggiore di persone:

Il nostro team lavora insieme da 20 anni. Questo aspetto è molto importante, perchè abbiamo tutti una grande fiducia degli altri e non censuriamo alcuna idea, nemmeno quando possono sembrare assurde o poco convincenti. E’ proprio questa fiducia che ci consente di far prendere forma alle nostre idee. E alcune delle idee migliori sono nate dalle persone meno in vista del team. Proprio la fiducia ci permette di ascoltare tutti, a prescindere dal loro grado di importanza in Apple.

Ogni tanto mi chiedo quante grandi idee ci sono sfuggite o abbiamo rovinato. Penso che il processo di realizzazione di un’idea, anche banale, sia molto complesso, incerto e imprevedibile in tutt le sue fasi. Ma siamo incredibilmente fortunati a poter fare quello che amiamo.

Per quanto riguarda il futuro di Apple, Ive afferma che l’Apple Park avrà un ruolo importante nel promuovere nuove idee. Lo studio del team design si trova al quarto piano della struttura centrale ad anello e, come altre aree del campus, vanta un layout che favorisce la collaborazione. Ive sottolinea che, per la prima volta, l’intero team di progettazione di Apple, dai progettisti industriali agli sviluppatori di font, condividerà un solo e singolo open space:

Questo significa che un designer industriale sarà seduto accanto ad un designer di font, che sarà seduto accanto ad un sound designer, che è accanto ad un motion designer o ad un esperto di aptica, o ad un esperto in figure tridimensionale, a sua volta seduto accanto all’esperto in interfacce utenti e al designer che crea modelli digitali o a colui che realizza modelli fisici. Una cosa del genere non è mai accaduta prima e sono entusiasta di quello che potrà succedere. Ed è proprio grazie alla confluenza di idee da più esperti in diversi settori che Apple riesce a creare prodotti molto complessi come l’iPhone, con possibilità di aggiungere nuove funzionalità anno dopo anno.

E a chi critica l’Apple Park perchè troppo grande e dispersivo, Ive risponde: “Non abbiamo creato l’Apple Park per le altre persone, quindi molte di quelle critiche sono assolutamente bizzarre perchè il campus non è stato creato per loro. So come lavoriamo, loro no. Abbiamo lavorato anni per modellare ogni dettaglio dell’Apple Park sulle nostre esigenze. Lo abbiamo realizzato per noi, per aiutarci a lavorare sempre meglio e per creare prodotti sempre migliori, grazie alla collaborazione di tutti”. 

E su Steve Jobs:

L’impatto di Steve Jobs nel settore della tecnologia continuerà fino a quando Apple esisterà. Anche se stiamo realizzando prodotti senza l’occhio vigile di Steve, i suoi principi e il suo DNA è così infuso nell’azienda che la sua influenza si farà sentire per sempre. Se un giorno questo non avverrà, allora non saremo più Apple e dovremo cambiare nome.

Infine, due parole sull’iPhone X:

Il design interamente in vetro e il display edge-to-edge sono due cose a cui Apple aspirava da anni. In confronto, i vecchi iPhone sembrano una componente piuttosto disconnessa dalla nostra idea di smartphone

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