Caso Qualcomm, a Taiwan la prima vittoria per Apple

Apple segna il primo grande punto nella disputa legale contro Qualcomm: i giudici di Taiwan hanno infatti stabilito che la Qualcomm ha violato le norme antitrust del paese per almeno sette anni.

Un’indagine portata avanti dalla Taiwan Trade Fair Commission ha stabilito che Qualcomm ha violato le norme antitrust per un periodo di almeno sette anni. L’azienda è stata condannata al pagamento di una multa pari a 773 milioni di dollari anche per aver guadagnato senza diritto dalle royalties che faceva pagare ai suoi clienti.

Qualcomm possiede i diritti su una serie di tecnologie radio che costituiscono un elemento essenziale per qualsiasi telefono cellulare moderno. Apple ha sempre affermato che, trattandosi di tecnologie considerate “essenziali”, Qualcomm era obbligata a concederle a prezzi equi e ragionevoli, cosa che evidentemente non è avvenuta in questi anni.

Ricordiamo che tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela  presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza.

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