Caso Qualcomm, Apple ha chiesto a Samsung di esercitare pressioni sull’antitrust sudcoreano

Secondo quanto emerso dalle indagini in corso, un importante dirigente Apple – forse proprio il CEO Tim Cook – ha chiesto a Samsung di fare pressione sulla commissione antitrust sudcoreana per intensificare le indagini su Qualcomm, con l’obiettivo finale di vedersi ridurre i pagamenti delle royalty.

L’incontro tra il dirigente Apple e quello di Samsung sarebbe avvenuto durante una conferenza in Idaho, stando a quanto riportato da Bloomberg. E’ probabile che il dirigente Samsung che ha partecipato all’incontro sia Jay Y. Lee, recentemente condannato a cinque anni di carcere per un caso di corruzione.

Il rappresentante di Apple avrebbe chiesto a Samsung di esercitare pressioni sulla commissione antitrust della Corea Del Sud, così da poter avere prezzi migliori da Qualcomm relativamente all’utilizzo dei suoi componenti e delle sue tecnologie.

Un portavoce di Apple ha smentito queste voci, dichiarando che non ci sarebbe mai stato un incontro di questo tipo tra i dirigenti delle due aziende. Tra l’altro, non è chiaro come Qualcomm sia venuta a conoscenza di questo incontro che si sarebbe tenuto comunque in un luogo privato, proprio durante la conferenza in Idaho.

Ricordiamo che tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela  presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza.

 

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