Il CEO di Qualcomm parla della battaglia legale contro Apple: “Questione di prezzi…”

Il CEO di Qualcomm Steve Mollenkopf ha rilasciato nuove dichiarazioni sulla battaglia legale tra la sua azienda ed Apple, sostenendo che il fulcro della questione sta nel prezzo delle licenze per le proprietà intellettuali e negli obblighi contrattuali.

Mollenkopf ha spiegato che la controversia con Apple è simile a quella di precedenti battaglie legali che riguardano le licenze e i prezzi dei componenti:

Al centro di tutta questa storia ci sono proprio i prezzi delle licenze e quanto bisogna pagare per avere la tecnologia che Qualcomm offre e che viene utilizzata nei prodotti Apple. La realtà è che abbiamo un contratto, ma c’è qualcuno che vuole pagare meno e sta facendo di tutto per raggiungere questo obiettivo. Il contratto tra Qualcomm e Apple esiste da diverso tempo e nulla è cambiato rispetto al passato. La nuova posizione di Apple è solo un gioco strategico per avere prezzi migliori.

Già nei primi anni 2000 abbiamo affrontato un caso simile contro la Broadcom e alla fine ci siamo accordati per una determinata cifra da pagare fuori dalle aule di tribunale. Sono molto fiducioso sul fatto che anche la controversia con Apple si risolverà senza l’intervento dei giudici.

Il tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela  presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza.

L’azienda di Cupertino non contesta il fatto di dover pagare queste royalty alla Qualcomm, ma ritiene che la percentuale richiesta per ogni iPhone venduto sia irragionevole, considerando che si tratta di brevetti FRAND che devono essere concessi a prezzi equi.

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