Privacy Differenziale, nuovi sviluppi in casa Apple

Nel 2016, Apple ha avviato un importante esperimento con la nuova tecnologia di privacy differenziale, creata per risolvere un problema sempre più spinoso: come creare prodotti in grado di conoscere e “comprendere” l’utente senza invadere la loro privacy. Oggi, questa tecnologia viene sperimentata anche da altre aziende come Microsoft e Uber, con Apple che nelle ultime settimane ne ha allargato la sfera.

La Privacy Differenziale è una scienza statistica che cerca di imparare il più possibile su un gruppo, e il meno possibile sui singoli individui che ne fanno parte. Con la privacy differenziale, Apple può raccogliere e memorizzare i dati dei propri utenti in un formato che gli permette di avere informazioni su ciò che le persone fanno, su come lo fanno e su cosa vogliono. Ma Apple non può conoscere informazioni su un singolo individuo. E nessuno, nè hacker nè agenzie governative, sarebbe mai in grado di farlo sul software Apple. Tramite un apposito algoritmo, Apple raccoglie i dati in gruppi e utilizza queste informazioni statistiche per migliorare il proprio software, senza però sapere mai nulla sui singoli utenti. Si tratta di una scienza conosciuta, che rende matematicamente impossibile accedere ai dati dei singoli utenti.

In pratica, i dati raccolti da Apple vengono gestiti in maniera differenziale, tramite tre tipologie di trasformazioni:

  • Hashing, una funzione di crittografia che trasforma in modo irreversibile i dati in una stringa unica di caratteri casuali
  • Sottocampionamento, che permette di prendere solo una parte dei dati
  • Noise injection, che aggiunge dati casuali per oscurare i dati sensibili e reali dei singoli utenti

Questa tecnologia viene utilizzata a partire da iOS 10, per aiutare Apple a scoprire le modalità di utilizzo del sistema operativo da parte degli utenti. Questo permetterà all’azienda di consocere le abitudini degli utenti e le loro esigenze, in maniera del tutto anonima, così da poter migliorare l’esperienza generale di utilizzo del software.

Oggi, questa tecnologia diventa ancora più importante per Apple, soprattutto in chiave di intelligenza artificiale, dove la raccolta dei dati è indispensabile. Inizialmente, Apple ha utilizzato la privacy differenziale per capire come gli utenti usavano le emoji o le nuove espressioni slang su iPhone. Oggi, questa tecnologia viene utilizzata anche per coprire la raccolta dei dati sulla navigazione web e sulla salute, come confermato dall’ingegnere Apple Katie Skinner.

Apple sta ricevendo milioni di informazioni ogni giorno, tutte protette da questa tecnologia ora utilizzata non solo su iPhone e iPad, ma anche su Mac. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato al Wall Street Journal che le grandi funzionalità dei prodotti e la privacy vanno di pari passo.

La tecnica della privacy differenziale ha solo 10 anni e i primi esperimenti di massa legati a questa tecnologia sono stati portati avanti da Google. Apple è stata però la prima azienda ad utilizzare la privacy differenziale nella pratica (ovviamente parlando di grandi numeri), ed ora è stata seguita a ruota anche da Microsoft e Uber. Chiaramente si tratta di una tecnologia non ancora matura, tanto che alcuni esperti ritengono che debbano essere fatti diversi miglioramenti per evitare tutti i pericoli sulla sicurezza dell’anonimato dei dati condivisi.

 

 

 

 

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