Storica class action in Italia: Samsung condannata per le “memorie bugiarde” su smartphone e tablet

Il Tribunale ha accolto la richiesta portata avanti da Altroconsumo e ha ammesso la class action contro Samsung per le “memorie bugiarde” su smartphone e tablet.

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Il Tribunale di Milano ha ammesso la class action di Altroconsumo contro Samsung Italia per i valori di memoria disponibile su smartphone e tablet dichiarati ma non corrispondenti al reale. Altroconsumo ha rilevato capacità di memoria inferiori sino al 40%, per una pratica commerciale ingannevole realizzata da Samsung che avrebbe alterato le scelte dei consumatori, determinati all’acquisto di prodotti che in realtà non possedevano le caratteristiche tecniche indicate. Il giudice ha indicato a Samsung di pubblicare l’ordinanza sulla home page del proprio sito.

L’organizzazione di consumatori aveva denunciato la vicenda negli scorsi anni, sino ad arrivare all’atto di citazione presso il Tribunale a marzo del 2016. Grazie ad Altroconsumo oggi i consumatori che hanno acquistato uno smartphone o tablet da Samsung Italia nel periodo che va da agosto 2009 a dicembre 2014 potranno richiedere un rimborso per la pratica commerciale ingannevole.

In pratica, il consumatore acquistava un telefono o un tablet credendo, per esempio, di avere a disposizione 16 GB e al primo avvio ne trovava sino al 40% in meno. Meno memoria significa minor numero di app che possono essere installate, minor numero di foto o video che possono essere memorizzati, maggiore difficoltà o impossibilità nell’aggiornare il sistema operativo. Pratica scorretta talmente plateale da essere finita già nel mirino dei watchdog istituzionali: nel 2014 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva sanzionato proprio Samsung per un milione di euro.

Altroconsumo ha condotto delle accurate analisi tecniche e ha scoperto che la stessa situazione è presente anche su altri smartphone e tablet. Per ora la decisione su Samsung, ma altre aziende sono nel mirino. Anche su iPhone e iPad la memoria non è mai quella reale (visto che parte è occupata dal sistema operativo e dalle app pre-installate), ma le differenze sono nettamente inferiori rispetto a quelle rivelate su alcuni dispositivi Samsung.

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