Il vice presidente di Samsung è accusato di corruzione in Corea del Sud

Gli ultimi mesi in casa Samsung sono stati tribolanti, ma il futuro potrebbe essere ancora peggiore. Se da una parte gli utenti stanno attendendo il 23 gennaio per scoprire le reali cause che hanno portato alle esplosioni di centinaia di Galaxy Note 7, dall’altra è notizia recente che due procuratori della Corea del Sud hanno richiesto un mandato di arresto per il vice presidente di Samsung, Lee Jae-yong (aka Jay Y. Lee).

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Jay Y. Lee è praticamente il capo operativo di Samsung, visto che è lui a prendere gran parte delle decisioni in azienda. Ora, Lee rischia l’arresto per le accuse di corruzione e di altri reati. Secondo gli investigatori, Lee è coinvolto in un sistema di pagamenti illeciti verso Choi Soon-sil, vero braccio destro della presidente sudcoreana Park Geun-hye. Secondo i media locali, ma questa è notizia di qualche mese fa, sarebbe proprio Choi Soon-sil a prendere le decisioni operative sui soldi gestiti dalla presidentessa della Corea, spesso tramite comportamenti non proprio leciti.

Ora, gli investigatori ritengono che anche Samsung, tramite il suo vice presidente, abbia effettuato pagamenti illeciti verso Choi Soon-sil per ottenere alcuni favori e diverse autorizzazioni. Il tribunale deve ancora approvare il mandato di arresto, ma sembra soltanto questione di ore. Una condanna per corruzione porterebbe ad un gravissimo danno d’immagine per Samsung.

Tra l’altro, è notizia di oggi che Samsung avrebbe concluso le indagini sul Note 7, scoprendo che il problema delle esplosioni è di tipo hardware ed è esclusivamente legato alla batteria, non al resto del dispositivo. Le conclusioni saranno rese pubbliche il 23 gennaio.

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