Rivoluzione audio: Apple ha il “coraggio” di cambiare, ma a che prezzo?

Una volta c’erano i vinili. Provate a far vedere un vinile ad un nativo digitale e probabilmente non crederà mai che in quel “piatto” è registrata della musica. Una volta c’era il Walkman di Sony, e per qualche anno è stato un must. Poi è arrivato l’iPod. E poi sono arrivati gli smartphone. Insomma, il modo di ascoltare la musica è cambiato radicalmente rispetto a 30, 20, 10 anni fa. L’unica cosa che sembrava intramontabile erano le care vecchie cuffie con il caro vecchio cavo jack. Sembrava, appunto, perchè ora Apple ha avuto quello che lo stesso Phil Schiller ha definito “courage” nel fare un cambiamento epocale…

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Inutile girarci intorno. Ancora una volta, Apple darà vita ad un cambiamento epocale nel modo di ascoltare la musica. L’iPhone, lo smartphone (e quindi il lettore musicale) più popolare al mondo, da oggi in poi non avrà più il connettore jack per le cuffie.

Il jack audio da 3,5mm è nato negli anni ’60 ed è stato utilizzato in miliardi di dispositivi, tra computer portatili, computer desktop, lettori CD, lettori MP3, televisori, smartphone e tanto tanto altro. Possiamo definirlo senza problemi lo standard tecnologico più utilizzato in assoluto, visto che non ha cambiato i suoi connotati praticamente dal primo giorno di utilizzo risalente ad oltre 50 anni.

Ed oggi, a metà settembre del 2016, Apple è pronta a buttare questo longevo standard dalla finestra e a non utilizzarlo più sullo smartphone più popolare del pianeta. La scelta parte dalla volontà di liberare spazio all’interno dell’iPhone, ma probabilmente ha anche una valenza molto più ampia: offrire agli utenti cuffie di qualità maggiori, capaci di sfruttare tutte le potenzialità dei nuovi smartphone. L’obiettivo dell’azienda è puntare sulle cuffie Lightning, che possono offrire funzioni avanzate di gestione della musica agli utenti, anche se per i primi anni il passaggio tra i due standard sarà molto lento: non solo Apple permette ancora di utilizzare il classico cavo tramite adattatore, ma ovviamente continueranno a funzionare senza problemi tutte le cuffie Bluetooth già in commercio.

Ma questa scelta porterà dei frutti? Difficile dirlo adesso, ma di fatto Apple sta rischiando molto. Qui non si parla di togliere il floppy disk da un computer per puntare su un altro standard “universale” come il CD/DVD. Qui non stiamo parlando di eliminare il lettore DVD per offrire alternative molto più comode e veloci supportate praticamente da tutti i produttori e dalla concorrenza. Apple sta abbandonando lo standard per antonomasia nell’ascolto della musica, per sostituirlo con una tecnologia proprietaria come quella Lightning. Apple corre il rischio di “isolarsi”.

Se la tecnologia “Lightning” fosse stata aperta a tutti, la scelta di puntarci in modo radicale avrebbe avuto senso, peccato però che le cose stanno diversamente. Tutti i produttori di cuffie e accessori musicali dovranno adattarsi e realizzare dei modelli specificamente pensati per gli iPhone. Ne varrà la pena? L’alternativa sarà produrre cuffie wireless compatibili anche con altri smartphone, ma questo non consentirà agli utenti di sfruttare le potenzialità dei modelli Lightning. Certo, qualche produttore sicuramente correrà il rischio perchè la base utenti dell’iPhone è molto ampia, ma sarà difficile vedere un’azienda investire molto nella ricerca e nello sviluppo di cuffie Lightning che praticamente funzioneranno solo su un singolo smartphone.

Sicuramente, la connessione Lightning consentirà di avere cuffie con qualità audio leggermente maggiore, peccato che al momento cuffie di questo tipo funzionino solo su iPhone. Non potrete usarle su Pc o Mac. Non potrete usarle su nessun altro smartphone. Una spesa che, per ora, viene giustificata solo dall’utilizzo su iPhone e iPad. Per quanto Apple voglia innovare, il mondo non sarà mai “Lightning-only”.

Prima alternativa, cuffie wireless: comode sì, ma mai equiparabili alle alternative con cavo per quanto riguarda la qualità audio. Via Bluetooth, la qualità sonora gioco forza viene compromessa. Le AirPods utilizzeranno una tecnologia wireless innovativa e proprietaria, ma sarà sempre chiusa e non utilizzabile da terzi. E poi, non a tutti piace questo tipo di soluzione.

Seconda alternativa, dicevamo, l’adattatore. Anche in questo caso, usare un adattatore fa perdere la qualità del suono, anche se di poco. La cosa più fastidiosa, però, è doversi ricordare di portare sempre dietro questo adattatore o di lasciarlo sempre attaccato alle cavo delle cuffie. Insomma, l’adattatore fa il contrario di quello che la tecnologia dovrebbe fare: rendere la vita più complicata.

E la ricarica? Se ascolto la musica con una cuffia Lightning, non posso ricaricare il dispositivo. Se sono in auto con gli auricolari collegati, non posso ricaricare l’iPhone 7. O meglio, posso farlo rinunciando all’auricolare. Perplesso.

Volendo guardare più in profondità, possiamo fare alcune riflessioni. Parliamo del programma Made for iPhone: tutti i produttori che realizzeranno cuffie Lightning dovranno rispettare alcune direttive di sicurezza, e non solo, imposte da Apple. Il connettore Lightning contiene un chip di autenticazione che non è particolarmente sofisticato, ma è lì e consente ad Apple di effettuare alcuni controlli. In pratica, chi vuole la certificazione MFi deve farsi approvare da Apple e pagare una piccola cifra di denaro all’azienda. Se un produttore di accessori vuole fare una cuffia Lightning non certificata, rischia che Apple ne blocchi l’utilizzo tramite un controllo integrato in iOS (come già capita con i cavi non originali). Basti pensare che le cuffie EarPods Lightning di Apple non funzionano se non su iOS 10, proprio per questi controlli attivati da Apple.

Seconda riflessione: Apple punta molto sulle cuffie wireless, come dimostrano le tante novità tecnologicamente avanzate presenti nelle nuove AirPods. Il chip W1 attiva funzioni avanzate e di abbinamento automatico che renderanno l’esperienza utente sempre migliore e più affidabile.

Insomma, Apple con questa scelta coraggiosa andrà a compromettere l’esperienza utente. Magari tra qualche anno gli daremo ragione, ma ripetiamo: la tecnologia Lightning, salvo clamorosi ripensamenti, rimarrà sempre una tecnologia proprietaria chiusa nel circuito Apple.

 

 

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