Il CFO di Apple Luca Maestri: “Troppa incertezza, così l’Europa sta sbagliando”

Il responsabile finanziario di Apple è l’italiano Luca Maestri, divenuto ormai uno dei più importanti dirigenti dell’azienda di Cupertino. Vista la sua posizione, Maestri non poteva esimersi dal commentare la decisione della Commissione Europea, che ha condannato Apple al pagamento di 13 miliardi di euro di tasse arretrate. E per farlo, il CFO di Apple ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera.

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Luca Maestri ha ribadito che Apple paga le tasse in tutto il mondo e in tutti i paesi nei quali vengono venduti prodotti ai consumatori: “Facciamo dei versamenti anche in Irlanda, perchè lì ci sono le basi di alcune attività di coordinamento in molti mercati globali. Paghiamo tanto anche negli Stati Uniti, visto che lì c’è un sistema fiscale di portata globale e non territoriale come quello italiano”. E ancora: “Questo significa che Apple è il più grande contribuente al mondo, e di gran lunga, ma questo non emerge dalle dichiarazioni della Commissione Europea”. 

Maestri entra poi nello specifico: “Si parla di aliquote allo 0,005% nel 2014. Nel 2014 Apple ha pagato in Irlanda 400 milioni di dollari. Crediamo sia il più grande versamento che qualunque impresa abbia fatto nel 2014 in Irlanda. Abbiamo pagato 400 milioni di dollari anche negli Stati Uniti, e abbiamo accantonato diversi miliardi per versamenti supplementari che faremo quando riporteremo fondi in America. Tornando all’Irlanda, il nostro reddito lì è soggetto all’aliquota normale del Paese, il 12,5%, quella che vale per tutte le imprese. Non so come la Commissione abbia fatto i calcoli e sia arrivata a quell’aliquota così bassa. L’unica spiegazione è che non si conosce il sistema fiscale irlandese, e nemmeno quello americano: lo puoi fare in modo intenzionale, o perché non conosci, ma davvero devi disinteressarti completamente della realtà legale per tirar fuori quelle cifre”. 

Maestri spiega che non è vero quanto dichiarato dalla Commissione, e cioè che quei profitti  non vengono tassati da nessuna parte: “Molti dei redditi che generiamo in giro per il mondo sono tassati negli Stati Uniti, a un’aliquota molto alta perché qui le aziende pagano il 35% e poi anche le tasse degli Stati. Si arriva vicini al 40%”.

Allora perchè se i redditi sono generati in Europa, Apple versa le tasse negli Stati Uniti. La spiegazione di Maestri è che è negli USA che Apple genera la sua proprietà intellettuale, con ricerca e sviluppo, design industriale e innovazione.

Ritornando sui 400 milioni di imposte versate in Irlanda, tante quanto negli Stati Uniti malgrado il paese sia molto più piccolo, Maestri spiega: “Quando vendiamo i nostri prodotti in Francia, Italia o Spagna, paghiamo le imposte sui redditi in quei Paesi. Relative alle attività in quei Paesi, che sono essenzialmente di distribuzione e vendita dei nostri prodotti. Paghiamo altre tasse in Irlanda, perché lì abbiamo altre operazioni come gli approvvigionamenti, la logistica, la distribuzione, le gestione di domanda e offerta. Poi la gran parte delle imposte viene versata negli Usa”.

Secondo Maestri, il problema della Commissione non è su quante tasse paga Apple, ma su dove queste tasse devono essere pagate: “Ogni stato deve decidere quante tasse far pagare. Quanto a dove vanno pagate le imposte, ci sono già organismi internazionali che se ne occupano, l’Ocse e molte altre ottime iniziative. C’è modo di gestire queste cose nel processo legislativo. Noi aziende ci adatteremo”. 

Maestri dice che Apple è aperta a discutere modifiche legislative a livello internazionale, per assicurare certezza nel diritto a tutte le aziende: “Vogliamo un sistema fiscale semplice e lineare, ma non possiamo accettare questo tentativo di cambiare retroattivamente le leggi esistenti semplicemente perché a qualcuno una certa legge in Irlanda non piace e l’avrebbe voluta diversa. Ciò elimina la certezza della legge ed è un enorme problema in Europa”. 

I rischi per l’Europa, secondo Maestri, sono tanti soprattutto a livello economico, perchè in questo momento ci sono aziende in Europa, negli Stati Uniti, in Asia che si chiedono come potranno gestire i rischi sul sistema fiscale nell’Unione Europea, se non c’è certezza della legge.

Infine alcuni numeri: “Nel 2014, Apple ha pagato il 26,1% di tasse sui ricavi e nel 2015 il 26,5%. Nel mondo delle imprese, queste aliquote sono tra le più alte”. 

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