Pre WWDC: quali saranno gli effetti dei cambiamenti su App Store?

L’annuncio a sorpresa di Apple che ha anticipato la WWDC ci hs svelato quelle che saranno le novità presenti su App Store, almeno per quanto riguarda la gestione delle sottoscrizioni e degli abbonamenti. Cosa cambia per gli utenti e gli sviluppatori?

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I cambiamenti annunciati ieri da Apple potrebbero avere effetti di vasta portata, oppure rilevarsi un fiasco. Difficile dirlo ora, ma di fatto Apple ha avuto il coraggio di presentare una serie di novità che romperanno gli attuali equilibri dello store, nel bene o nel male. Non sappiamo perchè Apple abbia deciso di anticipare queste novità rispetto al keynote; qualcuno dice che la presentazione del 13 giugno sarà piena di novità e quindi Apple ha voluto anticipare le novità sull’App Store per dare più spazio agli altri protagonisti dell’evento, mentre per altri Apple ha semplicemente voluto dare il tempo agli sviluppatori di recepire queste novità, senza dare loro uno “shock” diretto durante il keynote.

Quali cambiamenti sono in arrivo?

Qualsiasi applicazione potrà offrire sistemi di abbonamento con rinnovamento automatico, anche se Apple si riserva di stabilire se il sistema attivato si adatta alle sue linee guida. Al momento, non sappiamo dove Apple potrebbe fare storie quando uno sviluppatore presenterà nuovi tipi di abbonamenti nelle proprie app.

Gli sviluppatori potranno offrire questi abbonamenti in 200 diversi prezzi fissi stabiliti da Apple, con possibilità di far pagare cifre diverse di nazione in nazione. Una singola app potrà offrire anche diverse forme di abbonamento, ad esempio prevedendo una versione base e una versione premium con funzioni e servizi diversi. I prezzi degli abbonamenti potranno essere cambiati in qualsiasi momento, e gli sviluppatori potranno decidere se attivare questi cambiamenti solo per i nuovi abbonati o anche per chi già ne aveva sottoscritto uno (che sarà ovviamente informato in caso di aumento).

Apple fa sapere che le app potranno prevedere una schermata di login e offrire tutte le funzioni in abbonamento. Apple deciderà anche se le app si sposano con questo tipo di modello, altrimenti la forma in abbonamento verrà rifiutata.

Addio agli acquisti in-app?

No. O meglio, non per forza. Gli acquisti in-app rimangono un’alternativa per gli sviluppatori, mentre gli abbonamenti sono previsti solo in alcuni modelli di business che non si adattano a tutte le tipologie di app. Ad esempio, tutte quelle app che prevedono servizi aggiuntivi acquistabili in-app ma dalla durata di qualche mese, oggi devono inviare un messaggio all’utente per informarlo che bisogna eventualmente rinnovare l’acquisto, in futuro saranno trasformati in classici abbonamenti con rinnovo automatico. Questo toglierà qualche fastidio anche all’utente.

Anche quelle app che prevedono l’utilizzo di server o di spazi di archiviazione sposeranno sicuramente gli abbonamenti in-app, che saranno anche un incentivo per migliorare le varie funzionalità offerte agli utenti.

Quali app sceglieranno questa forma di abbonamento?

Lo abbiamo già accennato prima: app cloud con server o storage online, ma anche app che prevedono l’archiviazione di foto, giochi con servizi di multiplayer online, applicazioni editoriali e app multimediali con servizi video e audio

Il sistema di abbonamento eviterà anche un altro problema: oggi, molti sviluppatori che lavorano ad importanti aggiornamenti delle loro app giustamente preferiscono pubblicarle come titoli a se stanti e non come aggiornamenti, visto che questo è oggi l’unico modo per far pagare nuovamente gli utenti (gli aggiornamenti delle app sono e resteranno gratuiti). Il sistema con abbonamento consentirà di avere sempre un unico titolo, con sottoscrizione per chi magari vuole utilizzare a tempo determinate funzioni aggiunte di recente. Anche l’utente potrebbe pagare una cifra irrisoria per utilizzare l’app solo per un mese, magari perchè quella particolare funzionalità non gli servirà più in futuro. Chi, invece, deve utilizzarla per più tempo sottoscriverà un abbonamento più lungo.

Se smetto di pagare l’abbonamento cosa succede?

Dipende dal tipo di app: alcuni titoli non permetteranno di accedere più ad alcun contenuto, mentre altre app consentiranno comunque di accedere ai contenuti già scaricati durante i mesi di abbonamento (ad esempio delle riviste…).

Rimane da capire cosa succederà con determinate tipologie di app. Ad esempio, un’applicazione che offre in abbonamento uno spazio di archiviazione online come si comporterà? Bloccherà l’intero accesso, consentirà di visualizzare i file in sola lettura, o permetterà di sfruttare tutte le funzioni, senza possibilità però di inserire nuovi file?

Cosa accade alle app che ho già acquistato?

Se avete acquistato un’app e questa cambia modello di business, passando all’abbonamento, cosa succede? Apple non ha ancora dato una risposta in merito, ma molto probabilmente chi ha acquistato l’app potrà continuare ad utilizzare tutte le funzioni presenti al momento del cambio di modello. Per i futuri aggiornamenti, invece, bisognerà poi pagare la quota mensile.

Gli abbonamento possono avere un periodo di prova?

Sì, Apple permetterà agli sviluppatori di offrire un periodo di prova gratuita da un minimo di 7 a un massimo di 30 giorni. Con questo sistema, gli sviluppatori potranno consentire agli utenti di provare delle vere e proprie “demo” per un periodo limitato di tempo, ovviamente solo se l’app ha attivato il sistema di sottoscrizione.

Malgrado queste novità offrano più opzioni agli sviluppatori, alcune grandi aziende non sono soddisfatte. Spotify, ad esempio, fa sapere che ancora non è possibile vendere abbonamenti più offerte o effettuare sconti. La flessibilità dei prezzi rimane ancora un obiettivo lontano e questo è un forte limite, dice un rappresentate di Spotify, di App Store. Tra l’altro, dovendo pagare il 15% ad Apple per gli abbonamenti di un anno, Spotify continuerà ad offrire un prezzo più alto per chi effettua l’attivazione dall’app, rispetto a chi invece effettua l’iscrizione tramite sito web.

Dove si applica lo “sconto” Apple per gli sviluppatori?

Per il primo anno di abbonamento sottoscritto dall’utente, lo sviluppatore dovrà pagare sempre il 30% degli introiti ad Apple. Superato l’anno, ad Apple spetterà soltanto il 15% su quell’abbonamento.

E le altre novità?

Già da tempo, Apple ha migliorato i tempi di approvazione delle app, che ora vengono pubblicate sullo store anche in 24 o massimo 48 ore. Questo permette agli sviluppatori di poter lavorare meglio sugli aggiornamenti e di non dover aspettare 10-15 giorni per l’approvazione di un update che, magari, andava a correggere un importante bug. Per raggiungere questo obiettivo, Apple ha aumentato il personale dedicato alle recensioni e ha snellito le procedure di approvazione.

Su App Store verranno apportate anche delle modifiche nel motore di ricerca. In primis, gli sviluppatori potranno investire in pubblicità per far comparire la loro app prima delle altre: si tratterà di vere e proprie aste divise per categorie e tag. Apple, però, non farà partecipare tutte le app, visto che ci sarà una “soglia minima”: in pratica, se l’app è poco interessante, ha tag non inerenti o ha ricevuto pochi download, difficilmente potrà partecipare a queste “aste” per il motore di ricerca dell’App Store. Apple sta migliorando anche la gestione delle categorie e delle app consigliate e in classifica, eliminando ad esempio quelle già installate dall’utente. Ovviamente, quella degli annunci pubblicitari è sicuramente la novità che potrebbe avere l’impatto più dirompente, visto che il 65% dei download sullo store avviene proprio da app che gli utenti trovano tramite ricerca.

Queste sono le novità più importanti relative al nuovo sistema di sottoscrizione su App Store.

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