Caso “San Bernardino”: Mark Zuckerberg sta con Apple, Bill Gates e la metà degli americani no… [AGGIORNATO]

Chi la spunterà tra Apple e l’FBI? Dopo che Tim Cook ha pubblicato tutte le informazioni per chiarire la posizione di Apple nella vicenda “San Bernardino”, sono arrivate anche le parole di sostegno da parte del CEO di Facebook Mark Zuckerberg. L’opinione pubblica americana, però, è divisa sulla questione, mentre Bill Gates si schiera a favore dell’FBI.

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Mark Zuckerberg è solo l’ultimo dei leader di tecnologia ad esprimere il suo sostegno verso Apple nella diatriba con l’FBI e il governo americano: “Siamo in sintonia con Apple” ha affermato il CEO di Facbook durante il MWC di Barcellona, “…crediamo che la crittografia dei dati sia quello che la gente vuole. Allo stesso tempo, come azienda tecnologica sentiamo di avere una grande responsabilità nell’aiutare il governo a prevenire il terrorismo. Facebook collabora da anni per eliminare messaggi, profili e pagine legate al terrorismo. Abbiamo politiche molto forti su questo tema, che di fatto vietano qualsiasi promozione di questo tipo. Ma chiedere ad un’azienda di creare una backdoor su un proprio dispositivo non credo sia la cosa giusta da fare”. 

Anche il CEO di Facebook ritiene quindi che la pretesa dell’FBI sia pericolosa e possa creare un precedente che in futuro potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza dei dati memorizzati sugli smartphone di tutti gli utenti.

Diversa l’opinione di Bill Gates, fondatore di Microsoft e rivale-amico di Steve Jobs per tanti anni. Bill Gates ritiene che Apple debba rispettare l’ordine dell’FBI e fornire l’assistenza necessaria per sbloccare l’iPhone incriminato: “Si tratta di un singolo caso, l’FBI non sta chiedendo qualcosa di generale che possa colpire anche altri dispositivi. La richiesta dell’FBI fatta ad Apple non è diversa da quelle fatte ad una banca per un singolo estratto conto o ad un operatore telefonico per un singolo tabulato di un indagato”. 

AGGIORNAMENTO: Bill Gates ha dichiarato di non aver affermato di appoggiare l’FBI. Il fondatore di Microsoft spinge invece per una discussione tra le parti e, come ha detto anche Tim Cook, per creare una commissione ad-hoc formata da esperti del settore. 

E l’opinione pubblica? Un’indagine condotta da Pew su 1.000 cittadini USA dimostra che il 51% chiede ad Apple di soddisfare le richieste dell’FBI e di indebolire le misure di sicurezza presenti su iPhone per scopi investigativi. Solo il 38% degli intervistati si è dichiarata a favore della posizione di Apple (gli altri hanno preferito non schierarsi). Se teniamo presente solo i possessori di uno smartphone, la forbice di assottiglia con un 50-41 a favore dell’FBI, mentre tenendo presenti solo i possessori di un iPhone, la percentuale è di 47-43 a favore sempre dell’FBI.

Intanto, in queste ore è emerso che il governo ha in sospeso decine di cause con richieste ad Apple di sbloccare gli iPhone degli indagati. Secondo il Wall Street Journal, spingere sull’opinione pubblica con un caso tragico e noto come quello di San Bernardino serve all’FBI per far sbloccare la situazione e usare poi questo precedente su decine di altre cause “minori”, passate e future. In sospeso, dicevamo, ce ne sono già una decina, con Apple che ha sempre risposto nello stesso modo: “Vi aiutiamo fin dove possiamo, ma non abbiamo la possibilità di accedere agli iPhone bloccati con codice di accesso”. 

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