L’ISIS usa iMessage e sconsiglia WhatsApp

Nel manuale interno realizzato dall’ISIS ci sono anche i consigli che gli jihadisti devono seguire per tenersi in contatto tra di loro: niente WhatsApp o Skype, sì a iMessage, servizio praticamente impossibile da spiare.

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Nell’articolo pubblicato da Wired si legge che non ci sono prove sul fatto che i membri dell’ISIS utilizzino la chat della PlayStation 4 per comunicare tra di loro, come invece era stato scritto nei giorni scorsi. In realtà, dal manuale interno utilizzato dai terroristi si scopre quelli che sono i servizi consigliati per comunicare: Facebook e Instagram non proteggono la privacy e sono quindi da evitare, Skype integra una backdoor utilizzata dalla polizia, mentre WhatsApp può essere spiato facilmente da agenzie terze. Sono da evitare anche i classici SMS, perché “la rete può essere facilmente monitorata con apparecchiature da 3.000 dollari”. 

Per le comunicazioni dirette, l’ISIS consiglia di utilizzare iMessage, visto che “nessuno, neppure Apple, è in grado di monitorare le comunicazioni effettuate con questo servizio”. Nel manuale viene però spiegato di “stare attenti alla ri-trasmissione automatica degli SMS quando l’invio di un iMessage non va a buon fine.”

Anche per le comunicazioni VoIP, FaceTime viene considerato sicuro alla stregua di iMessage.

Come sappiamo, Apple è stata più volte criticata dagli enti governativi americani per l’impossibilità di intercettare i dati e le comunicazioni degli utenti sotto indagine. Si pone quindi l’annosa questione: tutelare la privacy di tutti o puntare di più sulla sicurezza?

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