7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 22/02

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

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Huawei presenta Nova, il primo processore al mondo per reti programmabili basato su 16nmFinFET ARM64

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Huawei presenta Nova, il primo processore al mondo per reti programmabili basato su 16nmFinFET ARM64, che sarà in esposizione al Mobile World Congress 2015 di Barcellona.

Il processore di rete di ultima generazione Nova supporta gli standard GSM/UMTS/LTE FDD/LTE TDD su un singolo chip, garantendo prestazioni eccellenti e la migliore esperienza utente. Basato su architettura ARM64 e processore 16FinFET, Nova è circa il 67% più efficiente dei tradizionali processori, riduce i costi e l’energia richiesta per le reti radio, offrendo, inoltre, una maggiore flessibilità e performance migliori.

Grazie a Nova, gli operatori saranno in grado di passare gradualmente alle nuove tecnologie grazie a semplici aggiornamenti del software. Questa tecnologia all-in-one consente di capitalizzare gli investimenti hardware e di renderne più efficiente la gestione. Infine la CPU ad alta capacità semplifica la configurazione del sito radio mobile e riduce il consumo energetico, raggiungendo alti livelli di integrazione.

Google Street View arriva tra i fiori della Groenlandia

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Una nave vichinga virtuale è pronta a condurvi attraverso la Groenlandia con Street View su Google Maps. Grazie ai  partner Visit Greenland e Asiaq, potete immergervi nelle immagini a 360 gradi dell’isola più grande del mondo, nota per ospitare pochissimi insediamenti umani, ma ricca di meraviglie naturali e luoghi di importanza storica. Preparatevi quindi per un tour tra fiordi, viste panoramiche, rovine nordiche ed altro ancora.

Costeggiando Ilulissat, non stupisce che il vicino e meraviglioso iceberg Ilulissat sia la più celebre destinazione turistica della Groenlandia. Riconosciuto Patrimonio dell’UNESCO, questo incredibile muro di ghiaccio sembra quasi sfidare la gravità mentre si staglia alto verso il cielo terso.

Ma le meraviglie della Groenlandia non si limitano al ghiaccio. Spostandosi a Brattahlid, doveErik il Rosso fondò la prima colonia vichinga nell’anno 982, si può fantasticare sulla storia antica osservando la ricostruzione di quella che fu la prima chiesa del Nuovo Mondo.

Un altro luogo iconico della Groenlandia è l’insediamento vichingo di Hvalsey, dove si trova laChiesa di Hvalsey, la rovina meglio conservata di tutta la Groenlandia. Proprio in questa Chiesa è avvenuto l’ultimo evento ufficiale registrato dai Vichinghi della Groenlandia, datato 1408.

Visitando Nuutoqaq, il porto coloniale il cui nome significa “la città vecchia”, si può godere di panorami straordinari, fiordi e monumenti dedicati agli eroi locali. Ad esempio, l’iconica statua di Hans Egede, l’esploratore Danese-Norvegese a cui si attribuisce la fondazione della vicina città di Nuuk, offre una vista assolutamente da non perdere!

Ricerca IDC: software pirata e minacce malware sono strettamente collegati, più del fumo al cancro

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La ricerca, commissionata da BSA e curata da IDC, conferma il legame che collega l’impiego di software illegale sui computer e le infezioni da malware: praticamente, più è elevato il tasso di pirateria in una nazione, più è probabile che i computer di quel Paese vengano colpiti da attacchi malware. Ne deriva ovviamente che se governi, imprese e utenti provvederanno ad eliminare il software privo di regolare licenza dai sistemi informativi, dalle reti e dal cloud, ciò si tradurrà in un netto vantaggio in termini di riduzione delle minacce in ambito di cyber security.

L’analisi statistica ha rapportato i tassi di software privo di licenza installato in ben 81 nazioni (fonte BSA Global Software Survey, giugno 2014) al dato di attacchi malware subiti sui computer dei medesimi Paesi, risultante da un’indagine condotta da Microsoft (Microsoft Security Intelligence Report, maggio 2014). Il raffronto ha riscontrato una forte correlazione positiva (corrispondente a una ratio pari a 0,79 su un massimo di 1) tra tasso di utilizzo di software illegale e incidenti legati al malware. Per avere un ordine di raffronto, la ratio che collega l’abitudine al fumo con il rischio di cancro al polmone è di 0,72!

In tal senso, il tasso di pirateria è in buona misura una previsione attendibile degli attacchi malware in cui potranno incorrere i computer di quella nazione.

La ricerca si fonda sulla principale ricerca di BSA ,che esamina i tassi d’illegalità negli impieghi di software a livello globale: nel 2014, tale BSA Global Software Survey ha riscontrato in Italia un tasso di pirateria pari al 47%, superiore alla media mondiale (pari al 43%, ma ovviamente comprensiva anche delle economie in via di sviluppo). È curioso notare che la stessa ricerca notava la consapevolezza di molti utenti di computer in tutto il mondo, che indicavano proprio le minacce alla sicurezza originate dal malware come principale deterrente all’utilizzo di software pirata. Al quale il 69% di loro associa il timore di accessi non autorizzati di hacker, e il 59% il rischio di subire perdite di dati.

BSA invita pertanto le organizzazioni – sia pubbliche che private – ad implementare i più accurati controlli interni, come ad esempio le pratiche di software asset management allineate con gli standard ISO, al fine di ridurre la loro esposizione alle minacce informatiche, assicurandosi che tutto il software installato sui propri sistemi sia originale.

Il giorno più economico per volare è martedì

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momondo presenta uno studio sul risparmio nella ricerca voli basato sulle 100 rotte più popolari.

Quanti giorni prima è meglio prenotare un volo?

Se è ormai noto che prenotare il giorno stesso è del tutto sconveniente, un anticipo medio di 53 giorni dalla partenza consente di risparmiare fino al 29% sul costo del biglietto.

Qual è il giorno migliore della settimana?

Da evitare assolutamente è il sabato, giorno in cui probabilmente si concentrano le partenze di massa. Mentre il giorno ideale per partire è il martedì, che consente di risparmiare fino al 13%.

A che ora è meglio partire?

Per risparmiare almeno il 6% sul prezzo del biglietto l’orario migliore per partire è quello serale. Più costoso prenotare un volo in partenza nel pomeriggio.

Le percentuali indicate, quelle del risparmio medio, fanno riferimento alla differenza tra il risparmio maggiore e quello più basso ottenuto dalla ricerca sulle 100 destinazioni più cliccate su momondo.

Su momondo, oltre allo studio generale, ogni singolo viaggiatore prima di prenotare può utilizzare lo strumento “Previsione Volo”. Un tool disponibile per le tratte piú ricercate sul sito che fornisce dati sulla convenienza del biglietto in base a stagionalità, compagnie aeree, giorno di partenza, giorno della settimana, itinerario e ora del giorno.

Una volta selezionato luogo di partenza e di arrivo, date e numero passeggeri basterà cliccare su “cerca” per passare alla schermata dei prezzi. In alto a destra comparirà la scritta “previsione del volo per” la destinazione scelta. Nella schermata successiva compariranno grafici e tabelle che mostreranno al viaggiatore le migliori condizioni per poter prenotare un volo verso la località desiderata. Uno strumento unico nel suo genere che fornisce l’utente di informazioni dettagliate prima dell’eventuale acquisto definitivo.

Ad esempio, se si decide di prenotare un volo da Milano a Dublino, le previsioni di volo indicano che per questa tratta 57 giorni di anticipo sulla partenza consentono il miglior risparmio. Il martedì si conferma il miglior giorno per partire, meglio ancora se in orario serale.

Joinpad e Fasthink cambiano il mondo del lavoro con realtà aumentata e internet degli oggetti

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Grazie alla collaborazione che JoinPad e Fasthink hanno siglato sarà presto possibile avere a disposizione soluzioni di “context computing” che, unendo algoritmi predittivi di realtà aumentata, servizi di geolocalizzazione, reti di sensori e occhiali intelligenti come gli Epson Moverio BT-200, aiuteranno le persone a lavorare meglio, mettendo loro a disposizione in maniera automatica le informazioni necessarie al completamento delle attività in corso.

Un esempio pratico aiuta a capire meglio di cosa stiamo parlando. Immaginiamo un operatore che lavora alla logistica di un grande magazzino e percorre le corsie alla ricerca dei prodotti da spedire. Ebbene, grazie ai Moverio che egli indossa, l’applicazione riconosce il luogo esatto dove si trova e orientandosi con i vari sensori dislocati sul percorso lo guida proiettando sulle lenti degli occhiali le indicazioni sul tragitto più breve da percorrere, fino a indicargli il posto esatto del prodotto da prelevare e poi riportandolo fino al camion in attesa.

Quando la realtà aumentata incontra l’Internet degli Oggetti

E’ quanto accaduto tra JoinPad, la società italiana specializzata nello sviluppo di applicazioni di realtà aumentata per il mondo aziendale, e Fasthink, che ha oltre dieci anni di esperienza nella progettazione, realizzazione e commercializzazione di soluzioni e componenti dedicati all’identificazione automatica, alla tracciabilità e all’automazione industriale. Fasthink fa parte del gruppo Telekom Assist Europe, leader nell’Internet degli Oggetti, nelle soluzioni personalizzate e nelle tecnologie innovative per la raccolta e trasmissione dati nell’ambito della logistica, del trasporto merci nel mercato industriale, alimentare, farmaceutico e sanità.

Come funziona la realtà aumentata? 

La realtà aumentata di JoinPad si basa sull’utilizzo degli smart glasses Epson Moverio BT-200, scelti perché possiedono caratteristiche e funzionalità (tra cui visione binoculare, fotocamera frontale, giroscopio, GPS, bussola e accelerometro) che si adattano perfettamente a questo genere di applicazioni e sono in grado di rilevare con precisione l’ambiente circostante e i movimenti di chi li indossa. Chi indossa i Moverio vede quindi sovrapposto a ciò che sta osservando una serie di informazioni correlate e scelte, o selezionate, in funzione dell’attività da svolgere.

Pagamenti e acquisti via Mobile +55%: lo smartphone fa dimenticare il contante

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In Italia il Mobile Payment & Commerce da remoto, attraverso le app del proprio smartphone, si sta diffondendo rapidamente: vale circa 2 miliardi di euro nel 2014 e si prevede varrà tra 4 e 5 miliardi di euro nel 2017.

Sono 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici acquistati via smartphone, 2 milioni i servizi di car-sharing e 1 milione le ore di sosta In attesa della maggior diffusione delle soluzioni SIM-based e HCE e dell’arrivo di Apple Pay, gli italiani iniziano a pagare “in prossimità” grazie alle carte Contactless e ai Mobile POS, per un transato totale di 300 milioni di euro.

“Gli italiani non hanno ancora rinunciato al contante, ma i pagamenti digitali innovativi (New Digital Payment)[1] li stanno progressivamente abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare”, afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell’1,6% passando da 126 a 128 miliardi di €, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20%: passano da 15 a 18 miliardi di € e conquistano il 12% dell’intero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di €. “Tuttavia è possibile fare qualcosa in più e ci attendiamo una crescita media, tra il 2015 e il 2017, pari al 7% annuo, che porterà questo mercato a raggiungerei 176 miliardi di euro. Per agevolare questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia l’impegno, da parte del mondo dell’offerta, a puntare sui New Digital Payment”, aggiunge Alessandro Perego.

Queste sono alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, presentato in occasione dell’evento “Non manca più nessuno”, nel quale è stato approfondito il ruolo giocato dal comparto mobile nella diffusione dei pagamenti elettronici.

Il mobile gioca un ruolo fondamentale nei New Digital Payment che comprendono: eCommerce; ePayment, ovvero il pagamento da PC di ricariche e bollette; Mobile Commerce, acquisto di beni e servizi o contenuti cellulare via smartphone tramite App o Mobile site; Mobile Payment (Remote e Proximity), ovvero i pagamenti di ricariche telefoniche, parcheggi, mezzi pubblici, multe via smartphone; Mobile POS e Contactless Payment, che rappresentano i pagamenti mediante carta contactless.

L’eCommerce di prodotti, servizi e contenuti digitali e l’ePayment detengono la quota principale: assieme valgono l’86% dei pagamenti digitali innovativi. E mentre l’eCommerce registra una crescita del 18% toccando i 12,8 miliardi di €, l’ePayment vale quasi 2,5 miliardi di euro, in gran parte transati per il pagamento di ricariche e bollette.

Ma la componente più dinamica del nuovi pagamenti è rappresentata dal Mobile Payment & Commerce di beni e servizi: nel 2014 cresce del 55% e supera i 2 miliardi di €.

Alla base di questa crescita complessiva, c’è la componente del Mobile (Remote) Commerce di beni e servizi che continua nella sua crescita e raddoppia, passando da 610 milioni di euro nel 2013 a 1,2 miliardi di euro nel 2014, pari al 9% del totale transato via eCommerce (nel 2013 rappresentava il 4,5%). Questa dinamica è spiegata da un lato dal crescente numero di esercenti che stanno attivando iniziative di vendita anche tramite App o Mobile site (circa 110 esercenti tra i primi 200 nell’eCommerce offrono una soluzione di Mobile Commerce, erano 75 nel 2013), dall’altro, da un cambio evidente di predisposizione da parte degli utenti. “Gli italiani infatti non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali”, afferma Valeria Portale, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce.

Il Mobile Remote Payment di beni e servizi, ovvero il pagamento dei biglietti di trasporto pubblico locale, parcheggi, ricariche telefoniche e bollettini, cresce e raggiunge i 160 milioni di euro.
Le ricariche telefoniche continuano a rappresentare il 70% del mercato (+22% rispetto al 2013). Crescono anche i pagamenti di bollette e bollettini (+37% rispetto al 2013).
Ma il vero protagonista è il trasporto pubblico: quadruplica, infatti, il transato per servizi legati al mondo del trasporto (biglietti dei bus, pagamenti delle soste e car sharing) anche se in valore assoluto rimane ancora marginale. Nel 2014 sono stati acquistati più di 3 milioni di biglietti, pagati oltre 2 milioni di servizi di car sharing e pagate 1 milione di soste attraverso il telefono cellulare. In Italia, dei 235 servizi di Mobile Remote Payment (erano 135 nel 2013), il 77% è legato al trasporto pubblico.

Il Mobile Remote Payment & Commerce di contenuti digitali cresce di circa il 20% nel 2014, sorpassando i 760 milioni di euro, spinto dal mondo delle Applicazioni che rappresenta oltre il 38% di questo mercato.

Il Mobile Proximity Payment & Commerce, ovvero gli acquisti e pagamenti “in prossimità” e agevolati dalla tecnologia NFC, non è ancora decollato, ma gli italiani sono pronti a utilizzarlo. Sono circa 12 milioni gli utenti con in mano un telefono cellulare NFC e oltre 250.000 i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (si stimano circa 800.000 SIM già in mano ai consumatori), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. “Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato”, afferma Valeria Portale. “Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: l’avvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, l’arrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale”.

La possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta invece allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014.

L’infrastruttura contactless è, infatti, cresciuta nel 2014: 1 carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) e 1,2 milioni (pari al 10% del totale) sono le carte attive (hanno effettuato almeno una transazione in modalità senza contatto); 1 POS su 6 è attivo in modalità contactless (250.000 a fine 2014, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo 1 transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. È un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con l’aiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti (ad esempio girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia).

Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce ‘di prossimità’ e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dell’offerta”, afferma Alessandro Perego.

Cyber-estremisti all’attacco di Israele

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I laboratori Trend Micro hanno scoperto una serie di attacchi rivolti a obiettivi israeliani ed egiziani che hanno sfruttato tattiche inusuali, eseguiti da quello che si può definire un gruppo di “Cyber-estremisti”.

Le indagini hanno rivelato che la possibile origine degli attacchi sia da ricercarsi a Gaza, in Egitto e in Marocco. I server utilizzati per gli attacchi sono invece stanziati in Germania. Gli attacchi in Israele hanno preso di mira obiettivi militari, organizzazioni industriali e accademiche con lo scopo di impossessarsi di documenti critici per l’intelligence, da sfruttare in futuri attacchi di cyber war. Il malware utilizzato è unico nel suo genere, in quanto a partire da un file allegato via mail genera come diversivo l’improvvisa comparsa di un video pornografico sui computer infettati. Utilizzando la stessa infrastruttura di command and control in Germania, gli attacchi contro l’Egitto invece, hanno compromesso file per un potenziale uso futuro in attività di blackmailing.

Nel dettaglio, gli attacchi rivolti contro Israele sono stati scoperti in quella che è stata definita la “Operation Arid Viper”. I cyber criminali dietro questa operazione, hanno dimostrato la capacità di creare attacchi sofisticati nei confronti di individui chiave, con l’obiettivo di esfiltrare dati sensibili e confidenziali. Si ritiene che questa operazione sia partita a metà 2013.

L’operazione che ha colpito l’Egitto, denominata Advtravel, è stata scoperta monitorando i server di command and control basati in Germania e utilizzati dai cyber criminali dell’operazione Arid Viper. Gli hacker in questo caso si sono rivelati particolarmente interessati alle immagini contenute nei computer delle vittime, con lo scopo di sfruttare eventuali immagini compromettenti in operazioni di blackmail.

Negli ultimi mesi abbiamo visto un aumento dei comportamenti cyber-estremisti. Abbiamo avuto diversi casi in Russia e Nord Corea che hanno mostrato tecniche sempre più sofisticate e aggressive” Ha affermato Tom Kellermann, Chief Cybersecurity Officer, Trend Micro. “Il panorama geo politico sta evolvendo e include oggi gruppi ben equipaggiati di hacker, che agiscono sia per conto di entità governative che terroristiche ma anche per promuovere cause personali. Purtroppo questi gruppi di Cyber-milizia potrebbero aumentare”.

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