7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 05/10

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

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È Facebook il social network più “veloce”. Ultimo l’ormai obsoleto Myspace

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Viviamo in un’epoca in cui prima di assumere una persona controlliamo il suo profilo sui social, una campagna contro una malattia degenerativa diventa virale su Internet e raccoglie così milioni di dollari e per scegliere un ristorante verifichiamo prima se qualche nostro amico ha scritto una recensione positiva.

Ma quanto siamo disposti ad aspettare prima che Twitter si apra o il profilo LinkedIn venga caricato? Quanto sono veloci i social network che utilizziamo?

Compuware ha analizzato le performance dei principali social network e preso in esame i tempi di risposta e la disponibilità delle piattaforme che li ospitano.

Il risultato è che è Facebook il social network più veloce, con 2,105 secondi necessari per il caricamento. A seguire Twitter con 2, 740 secondi e Digg con 2, 981 secondi. Staccati LinkedIn,  con un tempo di risposta di 3,422 secondi e SlideShare con 5,097 secondi. Chiude la classifica l’ormai quasi dimenticato MySpace con 12,871 secondi.

È invece LinkedIn a battere tutte le altre piattaforme anche in termini di disponibilità, con una percentuale del 99,10%, mentre Twitter registra il 98,08% e Facebook solo il 97,48%. Anche in questo caso è MySpace ad avere la peggio, con il 95,72%

Cosa significa questo per l’utente? Secondo analisi condotte da Compuware, un tempo di risposta elevato si traduce nell’abbandono del sito. Ad esempio, nel caso di tempi di caricamento di una pagina che si avvicinano ai sei secondi, il tasso di abbandono degli utenti può raggiungere percentuali del 33%. Per questo motivo è fondamentale ottimizzare le performance offerte per rendere l’esperienza utente positiva e mantenere il successo di un social network.

Wired inaugura Hack the Expo

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Wired Italia, il mensile Condé Nast leader nel mondo dell’innovazione, diretto da Massimo Russo, ha presentato Hack The Expo, sabato 4 ottobre in Galleria del Corso, Milano.

L’iniziativa si pone come “Fuori Expo”, dichiarando ufficialmente aperta la prima esposizione universale di chi fa, costruisce, inventa, sbaglia, innova, come recita il pay off del giornale stesso.

L’obiettivo è cogliere l’irripetibile opportunità dell’Expo per evidenziare e valorizzare le personalità e le persone che stanno cavalcando la grande onda del mutamento.

Vogliamo sfruttare questa leva straordinaria dell’Esposizione Universale per realizzare progetti che facciano crescere il Paese, per illuminare la creatività di chi non sta fermo ad aspettare che altri risolvano i problemi”, così Massimo Russo, direttore di Wired Italia.

Il numero di Wired di aprile ha lanciato l’iniziativa e da luglio, su Wired.it – che conta 3.9 milioni di utenti unici mensili (Fonte: dato censuario Webtrekk, Settembre 2014) – è stato lanciata la call to action a lettori e utenti perché inviassero progetti, idee e proposte per i sei mesi del Fuori Expo.

La redazione ne ha ricevuti oltre 300 selezionandone i migliori 21 che saliranno sul palco allestito in Galleria del Corso a Milano il prossimo sabato 4 ottobre dalle ore 16.

Tre i partner dell’iniziativa, Edison, IBM e Sisal che premieranno 3 proposte scelte dalla giuria composta da Davide Calvi – Digital Communication Officer, EDISON SpA, Ilaria Capua – ricercatrice e parlamentare, Simonetta Consiglio – Vice President Marketing, Communication and Innovation di Sisal Group, Barbara Corti – Digital Creative Director di Condè Nast Italia, Maria Cristina Farioli – Director of Marketing, Communications & Citizenship IBM Italy, e Barbara Franchin – direttore dei progetti di ITS International Talent Support e presidente dell’agenzia EVE.

Per raccontare questa operazione sono intervenuti sul palco Massimo Russo – Direttore di Wired Italia, Franco Bolelli – Direttore artistico di Hack the Expo, Cristina Tajani – Assessore alle politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Universita e Ricerca al Comune di Milano, Stefano Boeri – architetto e urbanista, Ilaria Capua – ricercatrice e parlamentare, Federico Buffa – scrittore e commentatore sportivo, Fabio Novembre – architetto e designer, Walter Fontana – scrittore e autore televisivo e teatrale, e le performance di Alvino e Alien Armi.

L’iniziativa è consultabile alla pagina http://www.wired.it/topic/hack-expo/ e seguendo l’hashtag ufficiale #hacktheexpo

NVIDIA è il cuore del nuovo sistema di infotainment di Honda

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NVIDIA annuncia oggi che il suo processore mobile NVIDIA Tegra equipaggerà il nuovo sistema audio e d’informazione Honda Connect nelle auto Honda Civic, Civic Tourer e CR-V 2015, che saranno lanciate in Europa il prossimo anno.

Con l’integrazione del processore Tegra in versione automotive, Honda diventa il diciannovesimo produttore di auto che utilizza la tecnologia NVIDIA per le applicazioni d’intrattenimento in auto. L’annuncio avviene in concomitanza con l’anteprima dei nuovi modelli, in occasione del Salone di Parigi (Mondial de l’Automobile).

Honda sta per introdurre l’avanzata tecnologia mobile di NVIDIA in un importante segmento di mercato.”, ha dichiarato Rob Csongor, Vice Presidente e General Manager Automotive di NVIDIA. “All’interno di questi modelli Honda, NVIDIA Tegra sfrutterà le potenzialità di Android per offrire una piattaforma di infotainment aperta e flessibile. In questo modo vengono collegati il mondo delle app per smartphone e le esigenze del mercato dell’automotive e, ancora più importante, ciò contribuisce anche a rendere la guida maggiormente sicura.”

NVIDIA e Honda hanno lavorato insieme per integrare Android 4.0.4 come sistema operativo nei modelli 2015 di Honda Civic, Civic Tourer e CR-V. In particolare, NVIDIA ha dato il suo contributo portando in ambito automotive la sua consolidata esperienza con Android maturata nel settore del gaming, dei tablet e delle piattaforme TV.

Sfruttando il potente ed efficiente processore NVIDIA Tegra, il sistema di infotainment Honda Connect risulta essere particolarmente semplice e intuitivo nell’utilizzo, mentre le rapide risposte al tocco, al pinch e allo zoom sul touchscreen assicurano le medesime esperienze d’uso cui si è abituati su tablet e smartphone.

Mettendo a disposizione una grafica ricca e colori brillanti, insieme alla possibilità di personalizzare lo schermo, Honda Connect garantisce un’esperienze davvero unica a chiunque sia dietro al volante. Il sistema basato su Tegra dispone di un display touchscreen capacitivo da 7 pollici per la navigazione satellitare, radio AM/FM/DAB, camera posteriore e informazioni sul veicolo. L’accesso all’Honda App Center poi consente di utilizzare sul touchscreen tutte le app compatibili, come, ad esempio, Aha Radio.

Attualmente sulla strada si contano oltre 6 milioni di auto con processori NVIDIA e ci si attende che nei prossimi cinque anni saranno montati su altri 25 milioni di veicoli.

Pinterest: la Ricerca Guidata sul web è disponibile anche in italiano


A partire da oggi, la funzione Ricerca Guidata di Pinterest sul web è disponibile anche in Italiano.

Lo scorso giugno, infatti, Pinterest ha annunciato il lancio della Ricerca Guidata su desktop in lingua inglese. Questa funzione consente all’utente che effettua una ricerca su Pinterest dal proprio computer di visualizzare alcune guide descrittive che aiutano a riordinare i contenuti che provengono da altri Pinner.

Inoltre, la barra di ricerca frontale e centrale garantisce risultati più rapidi e ricerche per Pin, board e Pinner più facilmente filtrabili.

App e device digitali in azienda: 9 miliardi di € di produttività recuperata nel 2014

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Il mercato di Mobile Device, Mobile Biz-App ed Enterprise Application Store, i principali elementi alla base delle soluzioni di “Mobile Enterprise”, nel 2013 vale circa 1.860 milioni di € e crescerà del 46% nei prossimi 3 anni, raggiungendo i 2.700 milioni di € nel 2016. Queste le stime realizzate per la 10a edizione dell’Osservatorio Mobile Enterprise della School of Management del Politecnico di Milano, una Ricerca tesa ad analizzare le dinamiche della diffusione e il ruolo che le soluzioni Mobile possono svolgere a supporto dei processi di business, identificandone i principali impatti, i benefici e le criticità.

Il mercato della “Mobile Enterprise” comprende l’insieme di soluzioni integrate e sistemiche che fanno leva sulle tecnologie Mobile per migliorare la competitività di un’azienda e si suddivide in tre aree. I Mobile Device, ovvero la componente hardware (Smartphone, Tablet, Notebook usati in prevalenza in ambito business), coprono il 67% del mercato. Il 25% è legato alla componente Mobile Biz-App, che include lo sviluppo e l’acquisto delle soluzioni e l’integrazione delle App con i Sistemi Informativi. Il restante 8% riguarda gli Enterprise Application Store (EAS) che rappresentano le piattaforme di gestione dell’intero ecosistema Mobile aziendale (in questo contesto rientrano anche le piattaforme di Mobile Device Management).

“Questo trinomio, in ambito Business”, afferma Andrea Rangone, Coordinatore Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, “rappresenta ormai anche un vero e proprio mercato, che per valore ha superato, nel 2013, la soglia di 1.800 milioni di euro. Cifra che, nei prossimi 2 anni, l’Osservatorio stima in crescita fino a quasi 3 miliardi di euro (a dispetto della crisi). Governare questo contesto può diventare un fattore sostanziale, in grado di rappresentare un importante differenziale competitivo grazie ai benefici di efficacia ed efficienza che le soluzioni Mobile possono portare alle organizzazioni. Benefici che, guardando alla molteplicità dei Mobile Worker presenti nel nostro Paese, non sono rilevanti solo per la singola impresa ma possono rappresentare un importante fonte di recupero di competitività per l’intero Sistema Paese: si attesta infatti su circa 9 Mld €/anno il valore del recupero di produttività stimato dall’Osservatorio per tutti i Mobile Worker già dotati di soluzioni Mobile per le proprie attività professionali”.
Gli Smartphone sono ormai largamente diffusi nelle imprese analizzate (già presenti nel 91% di esse e in procinto di entrare in un altro 5%) e i Tablet li seguono a ruota (già adottati nel 66% e in procinto di essere introdotti in un altro 18%)”, fa notare Paolo Catti, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Enterprise “e tra i Device a supporto dei processi di business non stupisce che tra i più diffusi figuri anche la famiglia dei Terminali Industriali, che hanno caratteristiche di robustezza e usabilità studiate appositamente per l’uso in contesti particolari”.

Tra i nuovi Mobile Device, i più diffusi sono gli Ultrabook, dispositivi Notebook “alleggeriti” da periferiche e porte non essenziali, già presenti nel 44% delle imprese analizzate e in procinto di entrare in un altro 12%. A seguire, emergono i PC convertibili e gli Slate PC, presenti nel 22% delle imprese analizzate e in procinto di entrare in un altro 24%.

Ancora in un’aura di incertezza figurano i cosiddetti “Phablet”, gli ‘Smartphone grandi’ con schermi dalle dimensioni paragonabili a quelle di un piccolo Tablet, a oggi presenti nel 19% delle imprese analizzate e destinati a entrare, nel prossimo futuro, in un altro 17%. Particolarmente interessante sarà capire l’evoluzione dei Phablet, anche in considerazione della crescente offerta di questi dispositivi da parte del mercato.

“Infine, i nuovi dispositivi Wearable” continua Catti “come per esempio gli Smart-Watches o gli Smart-Glasses, che hanno appena fatto il loro ingresso sulla scena, come era ragionevole attendersi, hanno un tasso di penetrazione ancora embrionale (2%), anche se non è da sottovalutare la percentuale delle imprese che ha già maturato l’ipotesi di introdurli: il 16%, di cui la stragrande maggioranza con orizzonte di medio periodo”.

Le Mobile Biz-App rappresentano una componente fondamentale del nuovo paradigma della Mobile Enterprise e sono sempre più diffuse nelle organizzazioni italiane. La Survey rivela che ben il 51% dei CIO che hanno partecipato alla Ricerca le ha già introdotte, in netta crescita rispetto all’omologo 35% del 2013. Solo il 9% del campione non ha ancora introdotto Mobile Biz-App e per ora non è interessato a farlo, mentre il 40% ha intenzione di introdurle in futuro (nel 12% dei casi si tratta di una decisione già presa).

Le Mobile Biz-App possono essere classificate in 3 principali macro-categorie.

Le Mobile Biz-App “Operative” sono quelle più adottate dalle organizzazioni e registrano un grado di utilizzo elevato da parte dei collaboratori. Tra le organizzazioni intervistate, le Mobile Biz-App di Sales Force Automation sono quelle più diffuse: attualmente già introdotte dal 37% dei CIO, verranno adottate nei prossimi anni da un ulteriore 41% (il 14% dei CIO a breve e il 27% nel medio-lungo termine).

Le Mobile Biz-App di “Office Practice Automation”, sviluppate (o personalizzate) ad hoc per supportare processi organizzativo-amministrativi con funzionalità specifiche (come, ad esempio, la compilazione nota spese, richieste permessi, …), sono state già introdotte nel 22% delle organizzazioni analizzate, anche se solo il 10% ne fa già un uso intensivo. Per queste Mobile Biz-App si riscontra l’atto di moto maggiore: ben il 46% dei CIO sta valutando una loro introduzione in futuro.

Le Mobile Biz-App di Personal Productivity, sviluppate per visualizzare informazioni già presenti sulla Intranet aziendale o a supporto di elementari funzionalità di produttività individuale (come elaborazione testi e fogli di calcolo), sono già state introdotte dal 25% delle organizzazioni e un ulteriore 45% le implementerà in futuro; tuttavia questa tipologia registra il grado di utilizzo più basso (8%), ancora in attesa che gli utenti ne comprendano appieno tutte le potenzialità.

Oltre a Mobile Device e Mobile Biz-App, un ruolo centrale nella strategia Mobile delle Grandi Imprese spetta agli Enterprise Application Store (EAS), piattaforme per “il controllo e la gestione” dell’ecosistema Mobile di un’azienda, rappresentato da Mobile Device e Mobile Biz-App.

“La Ricerca 2014”, afferma Claudia Nasuti, Ricercatrice dell’Osservatorio Mobile Enterprise, “conferma una dinamica importante e crescente di adozione degli EAS, già presenti (anche con più tipologie di EAS implementate contemporaneamente) nel 71% delle aziende che hanno già introdotto o stanno introducendo delle Mobile Biz-App; un altro 12% delle aziende introdurrà a breve gli EAS (decisione già presa) e l’11% lo farà nel medio/lungo termine. Solo il 6% dei CIO intervistati non ha nessuna intenzione, per ora, di implementare una piattaforma EAS, principalmente perché si trova in una fase embrionale di introduzione di tecnologie Mobile nella propria organizzazione e ha deciso di gestire ancora manualmente l’installazione delle Mobile Biz-App sui dispositivi mobili”.

Nell’ambito della Mobile Enterprise, una priorità per i CIO si conferma essere la gestione della sicurezza. Tra i CIO che hanno partecipato alla Ricerca, circa il 90% ha già introdotto (oppure lo farà nel prossimo futuro) sistemi di Mobile Device Management; tra questi, chi li ha già introdotti (59%), nella maggior parte dei casi (36%) li ha istallati in house, mentre gli altri (23%) ne fruiscono secondo logiche ‘as a Service’.

L’analisi evidenzia che la percentuale di CIO che ancora non ha considerato puntualmente le tematiche legate alla sicurezza dei dati è attorno al 17% del campione. Nella maggior parte dei casi, i CIO gestiscono la sicurezza tramite piattaforme di Mobile Device Management, attraverso le funzionalità di Remote Wipe abilitate da queste piattaforme (59%).

“Oltre al tema della sicurezza”, aggiunge Christian Mondini, Senior Research Analyst dell’Osservatorio Mobile Enterprise, “grande attenzione viene posta anche al paradigma ‘Bring Your Own Device’, che prevede di far leva su dispositivi Mobile scelti e acquistati direttamente dall’utente, che vanno poi non solo integrati con i Sistemi Informativi Aziendali e popolati con le corrette Mobile Biz-App a supporto dei processi, ma anche gestiti e tutelati, in particolare a difesa dei dati aziendali che risiedono (o transitano) suciascun Mobile Device. Il numero dei CIO che permettono l’utilizzo dei Device personali a scopo lavorativo è decisamente cresciuto: dal 20% del 2012 al 49% del 2014 e si è ridotta sensibilmente la percentuale di chi si dichiara assolutamente contrario, dal 44% del 2012 al 19% del 2014”.

L’ecosistema Mobile si conferma un contesto in forte fermento, in cui l’evoluzione tecnologica è in grado di suggerire interessanti innovazioni e offrire ancora nuove prospettive di sviluppo.

Tra le soluzioni emergenti per la Mobile Enterprise troviamo quelle di Digital Signage, sistemi di comunicazione multimediale per la diffusione, principalmente all’interno di Punti Vendita, di messaggi attraverso l’utilizzo di monitor, videowall, totem interattivi, ecc. che permettono una maggiore interazione con il consumatore.

Un altro trend è rappresentato dai Mobile POS che permettono, attraverso un dispositivo hardware collegato a uno Smartphone o Tablet, di accettare pagamenti tramite transazioni con bancomat e carte di credito, eliminando il contante dalle attività sul campo.

Le soluzioni di Firma Grafometrica permettono l’acquisizione, in formato “nativo digitale”, di una firma elettronica in grado di conservare il valore legale della firma autografa (a patto di rispettare specifici requisiti normativi) e consentendo alle organizzazioni una completa digitalizzazione di tutti i processi che prevedono la raccolta di firme e la dematerializzazione dei relativi documenti.

L’universo dell‘Internet of Things, grazie a sensori, attuatori, chip biometrici, ecc., permetterà di ‘rendere intelligenti’ alcuni oggetti, dotandoli di un’identità digitale e della connessione alla rete per comunicare informazioni raccolte o ricevere istruzioni oppure comandi.

Infine, i nuovi dispositivi wearable – orologi (Smart-Watches), occhiali (Smart-Glasses) e altri oggetti indossabili dotati di display e capacità elaborativa – permetteranno di visualizzare e raccogliere informazioni, principalmente tramite applicazioni di realtà aumentata.

Anche quest’anno l’Osservatorio Mobile Enterprise ha svolto un’indagine sulle Startup che operano nell’ambito delle soluzioni a supporto della Mobility aziendale. Sono 145 le Startup individuate che hanno ricevuto un finanziamento da investitori istituzionali negli ultimi due anni: di queste, 15 sono italiane.

Le Startup censite possono essere raggruppate in quattro categorie:

  • Startup che offrono alle aziende piattaforme di App Management, Mobile Device Management (MDM) e soluzioni di Mobile Security (20%);
  • Startup che hanno sviluppato specifiche Mobile Biz-App di Sales Force Automation, Mobile CRM, Field Force Automation e Personal Productivity (49%);
  • Startup che offrono piattaforme per lo sviluppo “rapido” di App personalizzate (16%);
  • Startup che offrono alle aziende soluzioni innovative Hardware e Software come Mobile POS, Nuovi Wearable Device, Augmented Reality, ecc. (15%).

INTERPOL e Trend Micro insieme contro la minaccia del cyber crime

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Trend Micro e l’INTERPOL combatteranno insieme il crimine informatico. Il leader globale nella sicurezza per il cloud nei prossimi tre anni supporterà l’organizzazione di polizia internazionale nella lotta al cyber crime, fornendo le sue conoscenze, tattiche e risorse.

Siamo orgogliosi di supportare l’INTERPOL nella battaglia contro il crimine informatico in tutto il mondo” – ha affermato Eva Chen, CEO Trend Micro – “La nostra partnership con l’INTERPOL fornirà strumenti, conoscenze e risorse umane per rafforzare la capacità della loro squadra anti crimine a livello globale”.

Nei prossimi tre anni Trend Micro condividerà le sue informazioni e analisi delle minacce con l’INTERPOL, attraverso il suo sistema di Threat Intelligence Service. L’obiettivo di questa iniziativa è investigare, dissuadere e prevenire i crimini informatici. Gli sforzi saranno orientati anche alla diminuzione del gap informativo tra i settori del pubblico e privato.

Come maggiore organizzazione internazionale di polizia in tutto il mondo, l’INTERPOL ha la responsabilità di stringere partnership in ogni settore, per assicurare che tutti i Paesi membri abbiano accesso agli strumenti e alle risorse di cui necessitano per investigare e prevenire i crimini.” – Ha affermato Ronald K. Noble, Segretario Generale dell’INTERPOL – “Il forte supporto di Trend Micro ci permetterà di offrire ai nostri 190 Paesi membri gli strumenti per combattere le minacce informatiche”.

Che Cosa si aspettano dal futuro i bambini italiani?

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Alcune ricerche intraprese da Sam il pompiere, brand per l’intrattenimento dei bambini, hanno rivelato che il 40% dei piccoli italiani prossimi alla scuola, vogliono intraprendere la stessa carriera dei genitori; una percentuale di gran lunga superiore a quella degli altri paesi europei inclusi in questo studio. Il desiderio di imitare i propri genitori è molto forte nei bambini italiani, il 56% dei piccoli aspetta di intraprendere la professione dei papà, mentre il 44% sono più propensi a seguire la carriera della mamma.

I lavori più popolari tra i bambini sono quelli riguardanti la carriera medica, come diventare dottore o veterinario (il 23%), il 17% è invece propenso a posti di lavoro nel campo della ristorazione (dai cuochi ad aprire un proprio ristorante), e più generalmente, posizioni menageriali incontrano un consenso pari al 14%. Poco più di un quinto dei piccoli studenti italiani, dunque, sono desiderosi di diventare attivi e di prendersi cura dei pilastri della propria comunità – esattamente come Sam il pompiere, che continua a fare la sua parte per la città di Pontypandy.

La mamma blogger Silvia Gianatti (http://guardache.style.it/) ha così dichiarato: «Credo che sia normale che da grandi vogliano fare il nostro lavoro. é quello che conoscono, è la loro realtà che si mescola alle loro passioni. La mia prima bimba ha quasi cinque anni e nel suo caso, quando gioca al “lavoro” telefona con il suo finto cellulare, scarica video e canzoni, poi manda mail e fa riunioni. Dice che da grande scriverà tante storie, come la mamma, ma farà anche la cantante e la parrucchiera (perché adora cantare e giocare con le bambole)».

Con bambini così adorabili, non è una sorpresa che i genitori italiani siano così orgogliosi dei loro figli. Un sorprendente 67% di genitori in Italia postano sulle piattaforme social qualcosa riguardante i loro figli almeno una volta al giorno, e il 61% lo afferma con orgoglio, come se fosse la principale ragione farlo. Questo comportamento spiegherebbe le pratiche generali degli italiani sui social media: In Italia si spendono circa 2h 29m sui canali social ogni giorno – una mezz’ora in più rispetto alla media mondiale .* I genitori italiani sono, inoltre, molto propensi a discutere dello sviluppo dei propri figli e delle attività di cui godono insieme ad altri genitori con le stesse esigenze; infatti, il 54% dei genitori in Italia dichiarano di usare i social media per interagire direttamente con altri genitori. Questa cifra è molto più alta rispetto ad altri paesi europei.

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