24 ore con Apple Watch: le mie prime impressioni

A differenza delle ultime recensioni pubblicate (quelle dei Galaxy S6, quelle di iPad mini 3 e di iPad Air 2, nonché quella di iPhone 6) con Apple Watch ho scelto di adottare una strategia differente. Si tratta di un prodotto veramente tutto nuovo, ancora da scoprire e da valutare più che altro nell’utilizzo di tutti i giorni, anche se sono sicuro che ci sarà chi limiterà la recensione ad un’analisi delle caratteristiche tecniche. Ma vabbè, questo non sono io. Per questo motivo, dopo l’unboxing pubblicato qui, in questo primo articolo totalmente dedicato ad Apple Watch vi pubblicherò, in una sorta di diario, le mie prime impressioni sul nuovo Apple Watch Sport dopo 24 ore nette di utilizzo. Buona lettura!

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La mia avventura con Apple Watch comincia nella giornata di ieri, anche se stavo seguendo il suo viaggio fin qui già da giorni. Il povero Watch ha affrontato due viaggi, uno nazionale (però in Francia) e uno internazionale (dalla Francia all’Italia) viaggiando su due camion di corrieri differenti, finendo per essere imballato due volte. Ha subito ritardi di consegna e di spedizione, ma alla fine è arrivato qui da me, pronto per essere giudicato dal blogger di iPhoneItalia che aveva probabilmente espresso il parere iniziale più negativo sul nuovo smartwatch di Apple.

Iniziamo…

Ore 15.00: ho appena finito di mangiare (qui al Sud, lo sapete, ce la prendiamo con calma) e ricevo notifica dell’arrivo del mio Apple Watch nella sede del corriere incaricato per la spedizione. Bene, dato che in alternativa riceverei il mio Watch la mattina dopo, mi metto in macchina e parto alla volta della sede, a circa 20 minuti da casa mia, incurante del fatto che fuori piova notevolmente, pur non sapendo bene come arrivare a destinazione.

Ore 16.00: arrivo in sede, recupero il pacco e resisto alla tentazione di aprirlo subito e tornare a casa con Apple Watch al polso (se non fosse stato per registrare l’unboxing, avrei probabilmente divorato il pacco subito). Torno a casa, sistemo luci e fotocamera e registro l’unboxing. L’effetto “wow” mi coglie alla prima apertura. Non me l’aspettavo, essendo stato scettico fin dall’inizio, e forse è stato merito della confezione, studiata senza dubbio bene da Apple e in grado di farvi desiderare assolutamente l’orologio mentre aprirete scatole e scatoline apparentemente inutili. Per essere un modello Sport, il mio Apple Watch mi ha sorpreso davvero in positivo al tatto. Non sembra affatto “economico”, l’alluminio è praticamente lo stesso di iPhone 6, ma in mano sembra anche migliore. Non so spiegare bene il perché, ma è così. La gomma del cinturino è di alta qualità e non sembra neanche gomma. Non lo dico tanto per – e sapete anche quanto fossi scettico inizialmente sul prodotto – ma davvero Apple Watch non sembra così interessante e ben fatto come quando lo “conoscete” per la prima volta.

Ore 17.00: durante l’unboxing, sincronizzo tutte le app che ho sull’iPhone sul mio Apple Watch, almeno quelle che hanno una companion app per l’orologio di Apple. La cosa più bella è che le app sincronizzano in automatico tutto il loro contenuto. Per intenderci, le note di Evernote memorizzate su iPhone finiscono direttamente su Apple Watch, idem chiaramente i Promemoria, le Mail, le foto e così via. L’Apple Watch era arrivato con una carica di batteria vicina al 60%. In questa fase, durata abbastanza (circa 10-15 minuti) la batteria è piombata al 40% circa e l’orologio laggava davvero tanto, davvero troppo. Poi però, completato il processo, è tornato tutto alla normalità e i lag sono spariti del tutto.

Ore 18.00: saltato l’allenamento (che era alle 17.00, ma io stavo registrando) decido comunque di concedermi un bagno ristoratore. Entro in vasca solo con Apple Watch (tipo, “toglietemi tutto, ma non il mio Watch”) e predispongo il seguente setup: iPhone in camera mia, vicino al bagno, con Bluetooth attivo e collegato ad Apple Watch; Apple Watch al polso e brani di iPhone in riproduzione su un altoparlante Bluetooth, controllato da Apple Watch. Mentre ero in ammollo, in fase di relax, decido di mandare una faccina di quelle pessime al nostro Giuseppe. Non so perché, ma quando mi risponde non riesco a leggere il suo nome sull’Apple Watch e lo scambio per uno sconosciuto. Vabbè, fa niente. Discutiamo per circa 5 minuti su iMessage, lui da iPhone, iPad o Mac, non so, e io che dettavo le risposte al mio Apple Watch. Può sembrare una cosa idiota, ma mentre vi trovate in una situazione come quella in cui ero io non era affatto male! La dettatura funziona davvero bene, probabilmente meglio rispetto a quella di iPhone per via del fatto che con Apple Watch siete portati a sollevare il dispositivo e a parlarci a stretto contatto, cosa che con iPhone si finisce per far meno. Poi ricevo una chiamata: era il corriere che aveva visto il mio ritiro in sede dell’Apple Watch, chiaramente rispondo dall’orologio: comunicazione perfetta, tutto ok, saluto e tante grazie. Wow!

Ore 19.00: ridendo e scherzando, la batteria del mio Apple Watch stava calando ancora. 20%  residuo. Ok, lo sto usando molto, nessun problema. Continuo ad usarlo, provo Digital Touch con un’altra persona: mando il mio battito cardiaco, tocco lo schermo per far percepire a lui il feedback tattile, poi una faccina ridicola, poi un disegnino. Ok, basta. È ora di tirar fuori ed utilizzare per la prima volta il caricatore magnetico. Collego il cavetto USB all’alimentatore da muro e quindi Apple Watch ad esso. TAC! Semplicissimo. L’orologio si allinea da solo sul caricatore che funge un po’ da MagSafe, anche se si tratta decisamente di una soluzione meno “sicura” in caso di imprevisti contatti con il filo. Ad ogni modo, lascio a caricare il mio Apple Watch fino alle 20.00 circa.

Ore 20.30: durante la cena indosso il Watch. In realtà non mi serve a molto, ma verso la fine, quando ricevo un messaggio, rispondo facilmente, ancora una volta, con la dettatura vocale piuttosto che allungarmi per raggiungere l’iPhone, vedere chi è, e quindi rispondere digitando. La batteria non era totalmente carica, intanto, ed era anzi ferma attorno al 25%.

Ore 21.30: sono fuori di casa. iPhone carico, Apple Watch sempre intorno al 25%. Mostro il nuovo gioiellino ad una persona e intanto, inspiegabilmente, vedo la batteria calare a picco (solo dopo realizzerò di aver sparato la luminosità al massimo, non fatelo mai, anzi tenetela al minimo perché si legge comunque benissimo). Riprovo Digital Touch: mando ad un collega blogger inglese il battito cardiaco e un disegno. Non risponde, mi rattristo e lascio perdere (lol).

Ore 22.30: a questo punto, con un utilizzo “normale”, la batteria di Apple Watch raggiunge un livello davvero basso. Probabilmente al 5%, l’orologio entra automaticamente (pensavo di doverlo fare a mano, e nel caso l’avrei fatto anche più tardi) in modalità di risparmio. In questa modalità, Apple Watch mostra unicamente l’orario e tra l’altro su richiesta, quindi non basterà alzare il polso, ma si dovrà necessariamente premere il tasto sotto la Corona Digitale per far si che lo schermo si attivi.

Ore 00.00: rientro a casa. Apple Watch al polso, ancora “carico” ma in modalità di risparmio. È arrivato ancora una volta il momento di caricarlo, questa volta da 0 a 100 per affrontare una nuova giornata, magari utilizzandolo in modo normale, senza configurazioni e, lo ammetto, senza giocarci fin troppo come avevo fatto nella prima giornata di utilizzo. Lo appoggio sulla basetta, metto in ricarica anche l’iPhone intanto, e mi concedo al sonno. L’avrei voluto indossare anche di notte (cosa che probabilmente farò oggi) per testare la sveglia silenziosa, ma la batteria non me l’ha permesso.

Il giorno dopo, il test continua…

Ore 8.00: mi sveglio. Indosso subito il mio Apple Watch bello carico e faccio colazione. Utilizzo davvero poco l’orologio per questa prima ora.

Ore 9.00: dopo un’ora di utilizzo la batteria è scesa solo di pochi punti. Non siamo neanche al 95%. Iniziano ad arrivare i primi messaggi, i primi tweet, le prime notifiche in generale. Il feedback tattile è davvero una figata. Sembra davvero che una persona vi tocchi il polso. Fantastico e discreto. Apple Watch inizia a tremare, ma io lo ignoro perché ho altro da fare, quindi si tranquillizza. In questo momento della giornata uso principalmente il Mac per montare l’unboxing, registro alcuni spezzoni e mi concentro quasi esclusivamente sul mio lavoro. Ogni tanto arriva qualche notifica, la leggo scorrendo con la corona e poi la ignoro.

Ore 10.00: PLIN! “Alzati e muoviti per un minuto”. Ok, ci sta, caro Apple Watch. Sono stato a montare un video per circa due ore, quindi si, hai ragione. Obbedisco e mi alzo. Passeggio per casa per più di un minuto, sentendomi un po’ idiota. Scaduto il tempo, ricevo una notifica di complimenti dal mio Apple Watch che mi conferma che ho sbloccato il primo “achievement” nell’app Attività. Ora la mia vita è davvero cambiata! Mi risiedo e riprendo a lavorare.

Ore 11.00: inizio a lavorare su questo articolo ed ignoro per gran parte Apple Watch. Uso normale quindi, anche perché non ricevo notifiche. Poi però arriva una chiamata, e li il panico: sulla scrivania iniziano a suonare, in ordine, prima iPhone, poi Apple Watch, poi Mac e poi iPad (qualcuno ha detto Handoff? Ok, ma così è un po’ inquietante!). Ad ogni modo, non ci penso due volte, rispondo da Apple Watch: era mia madre, mi dice 2 cose, rispondo, nessun problema di comunicazione, chiudo.

Ore 12.00: batteria all’83%. Davvero ottimo, direi. Mi aspettavo sinceramente di peggio dopo le prime ore. Ma il punto è questo, Apple Watch va utilizzato per quello che è, ossia uno smartwatch. Non è un piccolo smartphone da cui potete far tutto e sempre. No, è un accessorio, un costoso accessorio che senza dubbio non è utile in ogni momento della giornata, ma è utilissimo in determinate situazioni. Vale il prezzo? Forse si, forse no. Dipende dai punti di vista. Per 399€, come nel mio caso, forse si può provare a dargli una chance.

Ore 13.00: l’unboxing dell’Apple Watch è ora online. Molti lo guardano e i pareri sono, chiaramente, contrastanti. I miei restano, almeno per ora, positivi. Queste 24 ore con Apple Watch si stanno concludendo meglio di come pensassi. E lo dico sul serio, non nascondendo la contraddizione di queste mie parole se confrontate a quelle, super-negative e forse affrettate espresse subito dopo la presentazione dell’orologio.

Ore 14.00: mangio, rapidamente perché poi devo finire questo articolo e subito dopo dovrò uscire in macchina e fare alcuni chilometri. Non faccio caso ad Apple Watch, noto qualche nuova notifica per le mie foto di Instagram. E ancora altre, e altre, e altre. Ok, rimuovo Instagram dall’Apple Watch. Troppo invadente e manca la possibilità di scegliere quali notifiche ricevere e quali no. Quindi o tutte o niente. E io scelgo niente. Idem dicasi per altre app, chiaramente, quindi una selezione delle notifiche è indispensabile.

Ore 15.00: ho appena pubblicato questo articolo, con il mio Apple Watch al polso che guarda lo schermo del Mac soddisfatto della sua prima giornata insieme. E io guardo lui ancora con stupore, quello stupore che un prodotto Apple non mi aveva più dato fino ad oggi. Quello stupore che ti fa guardare la novità con quell’occhio critico ma allo stesso tempo curioso. Ed è proprio quando c’è curiosità da parte di chi prova che un prodotto finisce per essere prima curioso, poi interessante e infine utile, o almeno così è di solito per me e così sembra che andrà a finire anche con Apple Watch. Nonostante tutto.

E adesso si continua, per altre 24 ore. O forse di più. O forse molto di più.

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